CLAMOROSO, LA SARDEGNA HA IL PRIMATO DELLA CORRUZIONE NEGLI ENTI PUBBLICI. LEGGETE QUI!

La campagna “Riparte il futuro”, promossa da Libera e Gruppo Abele, effettua il monitoraggio dello stato di applicazione dei tre parametri previsti dalla legge che le 237 aziende sanitarie italiane devono rispettare entro il 31 gennaio 2014 a rispettare e sui quali viene valutata la trasparenza: nominare il responsabile locale anticorruzione, pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e fornire informazioni complete sui vertici dell’organo di indirizzo politico: direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo, curricula e compensi. 

La corruzione ha ridotto in ginocchio l’Italia. Raggiungere un livello adeguato di trasparenza è fondamentale, prendendo come esempio i Paesi scandinavi,che mostrano come sia possibile attraverso lo slancio civile eliminare i costi che pesano sull’amministrazione pubblica per dare vigore alle risorse economiche e chiudere le porte alle mafie. Su questo fronte l’Italia rappresenta il fanalino di coda dell’Europa. La corruzione costa circa 60 miliardi di euro all’anno, mille euro a cittadino. Con tutta una serie di conseguenze negative per il Paese come riduzione del Pil, mancanza di investimenti stranieri, spreco di denaro pubblico, mancanza di competitività delle imprese, calo o assenza di innovazione e ricerca, potenziamento della burocrazia e aumento della disoccupazione.

Le prime cinque regioni italiane che lo hanno capito e operano in maniera sempre più trasparente sono: la Basilicata con un livello di trasparenza al 76%, il Friuli Venezia Giulia al 69%, la Valle d’Aosta al 66%, la Lombardia al 58% e l’Abruzzo al 53%. Mentre il tristissimo primato della corruzione in ambito di enti pubblici tocca, invece, proprio a noi della Sardegna con un livello di trasparenza finora al 12%, seguita dalle Marche al 14%, la Calabria al 15%, la Campania al 19% e l’Umbria al 21%.

 

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