Incredibile, scoperti 6 nuovi nuraghi sotto lo stagno a Cabras

Incredibile, scoperti 6 nuovi nuraghi sotto lo stagno a Cabras
Il territorio di Cabras non smette mai di stupire! Dopo il ritrovamento dei celebri “Giganti di Mont’e Prama”, una nuova incredibile scoperta sotto lo stagno del comune dell’Oristanese. Una scoperta che pone nuove domande sulla storia nuragica dell’isola.  

La Sardegna torna ad essere protagonista di una scoperta archeologica. Nello stagno di Cabras è stato appunto individuato un villaggio nuragico costituito da ben 6 nuraghi, situati a ben 11 metri di profondità, uno dei quali con una struttura praticamente integra. Dietro al ritrovamento c’è una ricerca guidata dall’ingegnere e geofisico Gaetano Ranieri, che con la sua squadra ha utilizzato un sub bottom profiler, uno strumento avanzato con cui possono essere rilevati dettagli dal fondale o sotto una superficie.

“Grazie all’aiuto dei pescatori di Cabras siamo stati in grado di analizzare una superficie di 4,2 chilometri quadrati di stagno. Per l’operazione è stato sfruttato un sub bottom profiler, uno strumento in grado di leggere il fondale marino che, per semplificare, funziona come un ecoscandaglio che va oltre il fondo del mare”, queste le parole del professore al quotidiano La Nuova Sardegna.

La nuova scoperta offre una visione del tutto nuova della storia archeologica della Sardegna. Un nuraghe – stando alle misurazioni effettuate – dovrebbe risalire al 6 mila a.C., ha spiegato il docente. Mentre l’attuale archeologia racconta che i nuraghi siano strutture più recenti, non più vecchie di 4mila anni. La teoria sarebbe che i nuraghi in questione potrebbero essere sprofondati in seguito a un cataclisma o a eventi climatici particolarmente forti.

Sarebbero necessarie ulteriori ricerche, anche se il professore evidenzia la mancanza di supporto delle istituzioni, nonostante le notevoli scoperte fatte nel territorio di Cabras: “Per Mont’e Prama ho provato a coinvolgere le università di Harvard, Stanford, della Sorbona, di Cambridge. Erano interessate. Volevano mettere 60 persone al lavoro, con turni da 20 al giorno, sotto lo sguardo attento di cinque archeologi. Tutto in collaborazione che le università di Sassari e Cagliari. Volevano scavare, a spese loro, ma non se n’è fatto nulla. Perché?”. Bella domanda.

LO STAFF