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Dal turismo all’economia: il rapporto della Sardegna con i videogame

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È possibile far conoscere la storia e le bellezze della Sardegna attraverso i videogiochi? Può sembrare una domanda bizzarra e, agli occhi dei puristi, qualcosa di inaccettabile o poco realistico; eppure è ormai da diverso tempo che nell’Isola ha preso piede un trend sempre più diffuso, che non manca di suscitare curiosità e fascino.  

Gli amanti del genere si ricorderanno sicuramente di “Ichnos: Bronze and Steel”, un videogame creato e ambientato in Sardegna, che coniugava l’aspetto meramente ludico con la simulazione didattica; lo scopo del gioco era quello di far rivivere le battaglie che avevano interessato l’Isola durante l’età del bronzo e del ferro, aprendo uno scorcio anche sull’antichità e il medioevo.

Che dire poi del più recente “Saturnalia”, ispirato al floklore e alla cultura dell’Isola, in cui i personaggi si ritrovano in un villaggio isolato durante il solstizio d’inverno, cercando di sopravvivere mentre compiono antichi rituali e svelano i segreti di una notte ricca di suspance e terrore. La storia cambia in continuazione e con lei anche la struttura del villaggio, gli enigmi da risolvere, per non far morire i personaggi che rappresentano i punti salute, aprono una finestra sulle tradizioni popolari non sempre conosciute ai più.

Da non dimenticare anche il caso della morra sarda, diventata un’applicazione per smartphone scaricabile gratuitamente su Android e iOS, per consentire a chiunque di conoscere e divertirsi con questo tradizionale passatempo dell’Isola. Creata da due giovani di talento, “Sa Murra” ha ricevuto in poco tempo numerosi apprezzamenti, soprattutto da parte degli appassionati di giochi che richiedono concentrazione e strategia, tra i quali si inserisce a pieno titolo.

Se dovessimo fare un paragone tra la morra e altri hobby basati sulla logica, infatti, dovremmo indubbiamente citare tutti quei giochi che necessitano di un livello molto alto di attenzione e tattica: dagli scacchi allo scarabeo, passando per i cruciverba, i puzzle e il poker; che soprattutto grazie alla diffusione online e su app, tengono particolarmente impegnati gli amanti dei passatempi che richiedono una certa destrezza mentale. Alcuni di questi, inoltre, come gli scacchi e il poker, rappresentano ormai delle vere e proprie attività sportive praticate a livello internazionale sotto varie forme: campionati e tornei sia in presenza che online, spesso trasmessi in streaming su piattaforme come Twitch e seguiti da milioni di appassionati.

Saturnalia

Proprio lo straordinario successo del poker, che una volta si praticava soltanto nelle sale da gioco e oggi è in grado di sintonizzare contemporaneamente decine di migliaia di spettatori, ha inevitabilmente generato un quesito tra gli addetti ai lavori e non: può essere considerato un eSport o dobbiamo continuare a vederlo come uno dei più celebri giochi da tavolo? Esistono di sicuro delle differenze sostanziali e, alla fine, molto dipende probabilmente dalla definizione che si attribuisce al concetto di sport; è chiaro che, così come per gli scacchi ad esempio, non è più possibile considerarlo un mero passatempo. Lo è invece la morra che, nonostante sia spesso organizzata in tornei sparsi per l’Isola, continua a mantenere quella caratteristica amatoriale che la differenzia da altre tipologie di gioco.

E se le tradizioni, i luoghi e la storia vengono indubbiamente esaltati da questi strumenti, cosa si può dire dell’aspetto puramente economico? I videogiochi possono rappresentare un’attività produttiva per la Sardegna? Il potenziale certamente non manca. Il “gaming sardo” può infatti contare su una ventina di imprese che provano a farsi strada in un mondo altamente competitivo, anche cercando di sfruttare i contributi che da diversi anni vengono indirizzati allo sviluppo dell’industria creativa, culturale e digitale.

Non è assolutamente facile, soprattutto quando si comincia ad aver bisogno di assumere collaboratori, nonostante i fatturati non sempre elevati: la percentuale di game designer che possono vantare ricavi di un certo spessore è infatti ancora molto bassa. Ma non manca l’entusiasmo verso un settore che, grazie anche alle peculiarità dell’Isola, può sfruttare uno straordinario patrimonio storico, architettonico, ambientale e artistico, sia a fini turistici e culturali che economici. Le imprese ricche di potenzialità e talento, di certo, non scarseggiano e, anzi, potrebbero crescere a dismisura e di numero nei prossimi anni, soprattutto grazie all’innovazione delle nuove tecnologie e al sempre più rapido sviluppo della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale.

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