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OPPORTUNITÀ: ECCO COME APRIRE UNA PARAFARMACIA IN SARDEGNA

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Aprire una parafarmacia, anche in una regione come la Sardegna, può essere una grandissima opportunità, soprattutto in questo triste periodo di pandemia.   

Con la attuale crisi lavorativa e con l’emergenza sanitaria dovuta al Covid di questi anni, aprire una attività come questa può essere veramente un’occasione unica. Aprire una parafarmacia non è particolarmente difficile – soprattutto da quando, nel 2007, il decreto Bersani ha liberalizzato la vendita dei farmaci da banco – e l’idea di avere un’attività in proprio che punta sulla salute potrebbe oggi rivelarsi una scelta davvero vincente.

La parafarmacia è essenzialmente un negozio che vende articoli medici e per la salute ma non curativi, ossia non prescritti con la ricetta rossa. Tutti i prodotti da banco che si trovano nelle farmacie possono essere acquistati anche qui, alla stessa maniera di gran parte delle attrezzature per auto medicazione, integratori alimentari, prodotti omeopatici ed erboristici. Prima di avventurarsi in un investimento bisogna naturalmente pensarci bene, valutando tutte le variabili negative che possano influire, come la concorrenza e il web (da cui possono acquistarsi prodotti da banco).

La prima cosa da sapere è che non occorre essere laureati in farmacia per poter aprire una parafarmacia, però è obbligatorio che nel negozio sia presente un farmacista, che può essere un dipendente o un socio. Cosa occorre per aprire questo tipo di attività? Prima di tutto un capitale da investire (almeno 100 mila euro) e un locale posizionato in una zona strategica e di alto passaggio (evitando la vicinanza con qualche farmacia o qualche altra parafarmacia). Alcuni esempi di spese? L’iscrizione all’ordine dei Farmacisti costa quasi 5.000 euro l’anno, i costi d’affitto (se non si ha un locale di proprietà) e tutto l’arredamento che dovrà includere anche appositi frigoriferi per conservare le medicine, i costi delle utenze, acqua, luce e gas (se non sono già collegate richiedono anche l’allaccio), il computer per gestire ordini e magazzino con il relativo programma, le pistole per la lettura dei codici a barre che costano solo di manutenzione più di 1.000 euro l’anno. Sarebbe opportuno aggiungere al negozio anche un distributore automatico di farmaci 24 ore su 24, che può aiutare (e non poco) negli incassi. Naturalmente, non ci sono solo costi e aprire una parafarmacia può essere anche molto redditizio, soprattutto puntando sul fidelizzare la clientela, facendo leva sul benessere e sulla salute, argomenti che sono cari a tutti, soprattutto in questo periodo.

Prima cosa: dobbiamo scegliere se aprire una parafarmacia sotto forma di società di persone o di capitali e l’iter comincia con la presentazione della denuncia di inizio attività all’ufficio competente del Comune dove sorgerà il negozio. L’insegna del locale non deve presentare il colore verde per non essere confusa con le farmacie tradizionali. Per rimanere aggiornati sulle normative vigenti che cambiano di frequente, il punto di riferimento è il sito del Ministero della Salute. Avviata l’attività, per farla decollare entrano in gioco le capacità personali di chi vi lavora, puntando anche sul web, su un buon sito internet, sui social, nonché sulla pubblicità tradizionale (magari in occasioni di vendite particolari e sconti particolari). Infine, chi volesse aprire una parafarmacia riducendo i costi, ci sono le catene di parafarmacie in franchising, che rappresentano un’alternativa al fai-da-te, sebbene i guadagni siano ridotti a causa delle spese dovute al titolare del marchio.

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