In pochi lo sanno, ma la Sardegna è una della tre zone al mondo dove si possono trovare i cosiddetti alberi pietrificati della Preistoria.
Lungo la valle del Riu Altana, a circa 20 minuti dal paese di Valledoria, nel nord est della Sardegna, non lontano da Sassari, a pochi chilometri dal lago Coghinas e dalle Terme di Casteldoria, si trovano i resti della cosiddetta Foresta Pietrificata di Iscia (Perfugas) e di Carruca (Martis). Ci troviamo nella zona del comprensorio più ricca di reperti fossili, molti dei quali si trovano ancora interrati a varie profondità sotto terra. Quelli visibili, disposti lungo l’argine del Riu Altana, sono di grosse dimensioni, alcuni forati al centro, altri invece si sono completamente mineralizzati nel corso del tempo: tutte le parti di legno si sono trasformate in roccia regalando allo spettatore la fisionomia di vere e proprie sculture naturali.
Come è nata la foresta pietrificata? Le foreste pietrificate hanno avuto origine in diverse ere geologiche, come conseguenza di eventi catastrofici improvvisi e di dimensioni tali da coinvolgere ampie zone di terreno. Anche per la foresta pietrificata dell’Anglona il processo fu lo stesso: nel Miocene inferiore, cioè circa venti milioni di anni fa, un’eruzione vulcanica fece inabissare le foreste nei laghi circostanti che, riempiti di cenere molto ricca di silicio, crearono il substrato ideale per il processo di fossilizzazione. Come ben descritto nel sito del comune di Martis:
L’origine di questi monumenti naturali a forma d’albero è legata a fenomeni di trasformazione consumatisi diversi milioni d’anni fa in uno scenario fantastico di laghi, foreste e vulcani che, come in un grandioso laboratorio d’alchimia, ad un certo punto cominciarono ad interferire tra loro, concorrendo a produrre le magie della metamorfosi degli antichi vegetali in antenati di pietra. L’esistenza di un antico lago, circondato da un paesaggio assai dissimile da quello attuale e immerso in un clima anch’esso diverso, popolato da un gran numero di piante e animali progenitori delle faune e delle flore attuali, è, infatti, certificata proprio dall’abbondanza di questi fossili vegetali e dagli strati rocciosi nei quali si annidano.
L’enigmatico e affascinante fenomeno che ha trasformato in pietra gli alberi di una rigogliosa foresta del passato, è legato alle grandiose e spettacolari scenografie di un’epoca segnata da intense manifestazioni vulcaniche. La vastità del bacino lacustre, culla della fossilizzazione, ha impedito la formazione di un unico ambiente di sedimentazione omogeneo in tutte le sue parti, creando invece distinti microambienti nei quali le diverse condizioni chimico-fisiche hanno prodotto differenti tipologie fossili. Così oggi possiamo ammirare accanto ai giganteschi manicotti d’incrostazione tipici di Carrucana, le splendide permineralizzazioni a opale, calcedonio o a grossi cristalli di quarzo e perfino le incredibili silicizzazioni che hanno portato alla totale trasformazione del vegetale in minerale fin nei dettagli più minuti.
Oggi, il parco paleobotanico di cui la foresta pietrificata fa parte è qualcosa di assolutamente unico e inestimabile a livello mondiale. Noi vi consigliamo di fare una visita in questo luogo davvero speciale della Sardegna, magari per fare un bel picnic in mezzo a questo territorio così antico e intriso di storia. Non ve ne pentirete.