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I 5 CASTELLI DA VISITARE ASSOLUTAMENTE IN SARDEGNA

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La Sardegna è conosciuta in tutto il mondo per le sue spiagge meravigliose e per il suo mare cristallino. La nostra Isola è però ricca di storia e conserva un ricchissimo patrimonio, testimonianza di tutte le culture che si sono avvicendate nel corso dei secoli.  

Tra le meraviglie della Sardegna, forse quelle meno conosciute sono i suoi castelli. Costruiti principalmente nel periodo giudicale e signorile, i castelli in Sardegna vennero eretti soprattutto per ragioni strategiche e difensive quando, tra il secolo XI ed il 1420, l’equilibrio che sino ad allora aveva resistito tra i quattro stati sovrani sardi venne meno e iniziarono le lotte intestine per dominare i territori dell’Isola. Dei circa 82 castelli che vennero costruiti nel corso del Medioevo, alcuni sono ancora pressoché intatti mentre la maggior parte di essi ormai non ci sono più o restano solo delle rovine. Non parliamo certo di grandi castelli, come quelli che ci sono in altre parti d’Italia e del mondo, tuttavia anche in Sardegna alcuni di quelli rimasti sono molto belli e meritano assolutamente una visita.

Andiamo, dunque, insieme alla scoperta dei 5 castelli da visitare assolutamente. 

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CASTELLO DEI DORIA – Castelsardo

Situato nel suggestivo borgo di Castelsardo, il Castello dei Doria (chiamato anche Castello Bellavista) è davvero molto suggestivo. Il luogo e forse una prima fortificazione furono fondati nel 1102, il castello come tale solo nel XIII secolo (probabilmente intorno al 1270) dalla nobile famiglia genovese Doria come “Castel Genovese” o “Castrum Januae” con grande importanza strategica. Fino al XV secolo, la città e il castello erano la sede dei Doria e servivano a dominare i possedimenti nel nord Sardegna. Il Doria costruì il luogo e il castello come repubblica cittadina, secondo il modello ligure con il proprio codice di legge, gli Statuti di Galeotto Doria e il motto “Pax et Bonum Rempublicam conservatore”. I Doria si unirono in seguito con il Giudicato di Arborea, l’ultimo più potente dei giudici sardi per matrimonio di Brancaleone Doria con l’eroina sarda Eleonora d’Arborea. Conquistato nel 1448 dagli spagnoli della Corona d’Aragona come ultimo territorio sardo, il castello fu poi chiamato “Castel Aragonese”, il luogo divenne città reale (“Città regia della Sardegna”) fino al 1479 (poi Oristano). Castelsardo (castello e luogo non furono distinti) rimase fino al 1586, fino alla costruzione della Cattedrale di Sant’Antonio Abate, sede episcopale. Dal 1767 e con il dominio della Casa Savoia, il castello e la città ricevettero l’attuale nome Castelsardo. Per secoli il castello fu occupato dai militari; fino a qualche decennio fa fungeva ancora da caserma dei Carabinieri.

Il castello è circondato da un anello a muro ancora completo, che è visibile soprattutto a sud e colpisce la roccia della montagna. Il complesso del castello è angolato e copre l’intero ponte di montagna in direzione est-ovest su una larghezza di circa 100 metri. In direzione nord-sud è solo circa 25 metri. Gli edifici interni con diversi livelli e altezze dei piani, di cui oggi sono conservate sette case separate, sono collegati da una stradina. Il lato occidentale è rivolto verso il mare. L’accesso si trova da est a nord attraverso una ripida rampa che porta al portiere nel centro nord, il cui l’ingresso potrebbe essere fiancheggiato e controllato da edifici da tre lati in un piccolo cortile. A nord del castello, che è anche puntato a nord-ovest e con una piccola torre rotonda e una piattaforma protetta, sono stati conservati i resti di una specie di bailey esterno (o canile). Una cisterna per l’acqua piovana con un piccolo pozzo coperto nella zona del castello orientale indica le difficoltà dell’approvvigionamento idrico.

Oggigiorno, nelle sale rinnovate del castello, è ospitato il MIM, “Museo dell’Intreccio Mediterraneo”; nella sala X vengono proposte mostre e esposizioni temporanee di artisti locali e nazionali. All’interno del castello sono presenti inoltre alcune riproduzioni di armi d’assedio del periodo medievale

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CASTELLO DI MALASPINA – Bosa

Il Castello di Malaspina, conosciuto anche con il nome di Castello di Serravalle, domina dall’alto del colle chiamato appunto Serravalle il comune di Bosa e il suo fiume. Il primo nucleo del Castello di Serravalle fu edificato sull’omonimo colle, sovrastante l’abitato di Bosa, dall’antica famiglia Toscana dei Malaspina. La data della sua costruzione, tradizionalmente fissata nel 1122 dall’umanista e storico Giovanni Francesco Fara (operante nel XVI secolo), è da posticipare, con il contributo degli scavi condotti dall’archeologo Marco Milanese, intorno alla seconda metà del XIII secolo. Nella vasta piazza d’armi si trova la piccola chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos, cappella palatina del castello. All’interno della stessa sono stati rinvenuti una serie di affreschi risalenti al Trecento. Intorno al 1300 venne realizzata la torre maestra del mastio mentre successivamente furono erette le mura difensive intorno al colle oltre a due torri e a tre chiese una dedicata a San Giovanni mentre le altre due a Sant’Andrea e a Nostra Signora di Regnos Altos. Oltre a essere un luogo di grande importanza storica, il Castello di Bosa è anche un posto pieno di leggende; tra queste la più nota è quella del Marchese di Malaspina che, ossessionato dalla gelosia, fece costruire un passaggio sotterraneo per consentire alla moglie di partecipare alle funzioni religiose senza essere vista da occhi indiscreti.

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CASTELLO DI SANLURI – Sanluri

Il castello di Sanluri, detto anche di Eleonora d’Arborea, è un edificio fortificato militare di età giudicale. Il suo stato di conservazione è ottimo, anche perché ha sempre mantenuto la sua funzione abitativa, arrivando ad essere oggi un importante polo museale. Rivestì un’importante rilevanza storica in quanto era una delle roccaforti di controllo del confine del giudicato di Cagliari con il giudicato d’Arborea. Nelle vicinanze si combatté la battaglia di Sanluri. Non è documentato se Eleonora d’Arborea vi soggiornò, anche se viene mostrata una presunta sedia appartenuta alla giudicessa, ma il maniero è sempre conosciuto con il suo nome.

Il castello fu edificato, tra il 1188 e il 1195, per volere del giudice Pietro I di Arborea (+1206).Il suo scopo era difensivo, ma anche residenziale.

In seguito alla battaglia di Sanluri del 30 giugno 1409, avendo il re di Aragona conquistato ormai l’intera isola e sconfitto Guglielmo III di Narbona, ultimo erede diretto di Mariano IV di Arborea, la fortezza perse ogni ruolo e significato militare. Il castello acquisì un’unica destinazione residenziale e fu venduto ai De Sena (con il rango di viscontea), agli Henriquez, agli Aymerich di Laconi e, infine, nel 1920, ai conti di Villa Santa.

Questi lo restaurarono e, oltre all’appartamento signorile, adibirono alcuni saloni a polo museale; vi sono una sala per il Museo delle Ceroplastiche, il più importante in Europa poiché vede oltre quattrocento sculture e ritratti in ceroplastica, alcuni pezzi sono rarissimi, databili dal Cinquecento all’Ottocento con le firme di autori quali Ammannati, Susini, Zumbo, Giambologna, Piamontini e Mazzafirri, e due saloni, delle Milizie e di Giustizia, che ospitano il Museo risorgimentale Duca d’Aosta, il quale conserva, tra i numerosi cimeli patriottici, la bandiera tricolore che il 3 novembre 1918 garrì per prima nella Trieste appena riconquistata dall’Italia dopo la vittoria nella prima guerra mondiale e il documento originale del Bollettino della Vittoria. Le altre sale del castello ospitano i suoi arredi originali; vi sono lo studio del conte Villa Santa, dove è conservato il suo epistolario con il principe di Montenevoso il generale Gabriele d’Annunzio, il salotto napoleonico, dove si conservano diverse sciabole, documenti e arredi appartenuti alla famiglia imperiale di Bonaparte e la camera dei Doria, dove si può ammirare un ricco letto del Settecento.

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CASTELLO DI BURGOS – Burgos

Chiamato anche Castello del Goceano, si tratta di un edificio fortificato situato in cima ad una rupe granitica presso il paesino Burgos, nella sub-regione storica del Goceano.

Venne probabilmente edificato durante la prima metà del XII secolo per volere del giudice di Torres Gonnario II de Lacon-Gunale. Nel 1194, durante la guerra fra il giudicato di Torres e il giudicato di Cagliari, il giudice calaritano Guglielmo I Salusio IV, dopo aver preso di assalto il castello, secondo alcune fonti commise violenza carnale nei confronti della moglie del giudice turritano, la catalana Prunisinda, che perì di lì a poco a Santa Igia. Successivamente il castello passò per un breve periodo nelle mani di Pisa ma venne rioccupato dal giudicato di Torres. Nel 1233, alla morte di Barisone III di Torres, la sorella Adelasia di Torres, sposò Enzo di Hohenstaufen, figlio dell’imperatore Federico II, che divenne Re di Sardegna. Il matrimonio durò poco perché alla cattura di Enzo da parte dei bolognesi Adelasia si ritirò nel castello in prigionia volontaria fino alla sua morte. Il castello passò poi con alterne vicende ai Genovesi, al ramo sardo dei Doria e ai giudici di Arborea, in particolare a Mariano IV, che nel 1336 fondò il villaggio omonimo. Infine passò agli Aragonesi che lo abbandonarono lasciandolo in rovina.

Sul castello esistono numerose storie, molte delle quali mescolano leggenda e verità; tra queste quella di Adelasia de Lacon-Gunale, ultima regina del regno di Torres che, abbandonata dal secondo marito Enzo Hohenstaufen di Svevia, si ritirò proprio in questo castello in volontario esilio. 

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CASTELLO DI SAN MICHELE – Cagliari

Castello di San Michele (foto www.italiainfoto.com)

Il castello San Michele è un edificio fortificato, risalente al periodo giudicale, che sorge sull’omonimo colle di Cagliari.

Gli scavi del 1990 hanno messo in luce i resti di una chiesa campestre, probabilmente di periodo altomedievale, sulla quale sorse in seguito il castello, almeno nel XII secolo, a difesa della città di Santa Igia, capitale del Giudicato di Cagliari. Il complesso presenta tre torri e un fossato che circonda la struttura. Il periodo più importante del Castello è senza dubbio tra il 1350 e il 1511, periodo in cui fu abitato dalla Famiglia Carroz, nobile casata spagnola.

Successivamente fu abbandonato e utilizzato come lazzaretto durante l’epidemia di peste “di Sant’Efisio” (1652-1656). Fu nuovamente fortificato in funzione difensiva degli attacchi francesi tra Seicento e Settecento. Intorno al 1940, fu presidiato dalla Regia Marina (poi Marina Militare) e poi sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune di Cagliari. Attualmente il Castello ha subito una sostanziale modificazione nella struttura, adibita a Centro d’Arte e Cultura; al suo interno si svolgono mostre ed eventi. 

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