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CORONAVIRUS: RISCHIO CHIUSURA TOTALE PER BAR E RISTORANTI ANCHE IN SARDEGNA

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Se l’emergenza Coronavirus continua a crescere c’è il serio rischio di una serrata generale di tutti gli esercizi commerciali.  

Lo ha affermato con molta chiarezza Roberto Calugi, direttore generale della Fipe, la federazione che riunisce bar, ristoranti, discoteche e pubblici servizi. Al momento molte attività sono costrette – “giustamente”, sottolinea Calugi – a stare chiusi dalle 18 in poi, “io credo che già il 20% di imprese al Nord abbia deciso di chiudere volontariamente. Del resto – ha spiegato in un’intervista all’Adnkronos – non ha senso stare aperti, rischiando anche di propagare il contagio”. Il settore, che raggruppa 300mila imprese, ha già registrato in media un crollo dell’80% del fatturato: “C’è chi ha perso per ora il 30-40% ma chi, soprattutto a Milano, serve il 90% delle persone in meno. E il catering e le discoteche che si sono fermati hanno perso tutto”. 

Il problema è grande, fa notare Calugi, in quanto”non sono realtà che possono stare senza incassare per due mesi: se non incassano per due mesi saltano”. E non è una situazione che riguarda solo Veneto, Lombardia o le province diventate zone rosse: “I fatturati – dice – sono crollati su tutto il territorio nazionale. Poco fa – racconta – parlavo con i ristoratori di Messina e Siracusa, anche loro sono disperati”.  Anche in Sardegna la situazione sta pian piano precipitando e se le cose peggioreranno si rischia grosso. Al momento, per arginare il Coronavirus dispone infatti “l’apertura delle attività di ristorazione e dei bar dalle 6 alle 18, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione”. E’ scomparso invece dall’ultima versione del decreto il divieto per il bar di effettuare servizio al banco che torna quindi praticabile sempre mantenendo il metro di distanza.

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