Ecco come prepararla e come condirla, usando i trucchi del mestiere.
La fregola, insieme ai malloreddus e i culurgiones, è la pasta tipica sarda più famosa e apprezzata in assoluto, anche fuori dai confini dell’isola, nel resto d’Italia e in giro per l’Europa. Se non ci troviamo in Sardegna, ci sono buone probabilità che la ricetta della fregola la ritroveremo adattata a ingredienti non sardi, per via di contaminazioni e storie di emigrazione che hanno portato migliaia di isolani a trasferirsi altrove, e mantenere così la tradizione mescolandola con prodotti di altre tradizioni culinarie.
La ricetta più tipica prevede alcune varianti nel condimento: una delle più saporite, senza dubbio, è quella che prevede le vongole. La fregola, che in sardo si chiama “fregula” o “freula”, è una pasta prodotta attraverso il “rotolamento” della semola dentro un grande contenitore piatto, e poi, successivamente, tostata. La tostatura – per chi si vuole avventurare nel processo – va fatta al forno, ma è bene fare sempre attenzione alle temperature.
In ogni caso la fregola è proprio così, ha l’aspetto di una miriade di piccolissimi pallini porosi, perfetti per assorbire il sugo e il sapore del condimento: sugo di pomodoro, pomodorini e arselle o, come nel nostro caso, le vongole. Grazie a questa porosità dare alla fregola un sapore lievemente piccante o “marino” è semplice, soprattutto se facciamo attenzione ai tempi di cottura e alla qualità degli ingredienti.