In Sardegna si trova una grande voragine che, nel corso del tempo, ha dato vita a tantissime leggende.
Al centro di un silenzioso e ancestrale altopiano dell’Ogliastra, nella parte centro-orientale della Sardegna, precisamente nel territorio di Baunei, fra rocce scure, pietre calcaree e vegetazione mediterranea, la natura ha dato vita ad un abisso che raggiunge la vertiginosa altezza di 270 metri e rappresenta la voragine a una campata più profonda d’Europa.
Si tratta di Su Sterru, nel cuore dell’altopiano del Golgo di Baunei (400 metri di altitudine), a circa 13 chilometri dal centro abitato ogliastrino. Un luogo denso di richiami, misteri e antiche leggende, da brividi sulla pelle: si diceva fosse tana di un serpente (su scultone), la cui minaccia fu allontanata con la costruzione (XVII secolo) della vicina chiesa di san Pietro. In realtà, la cavità è habitat del mite geotritone sardo, anfibio ambientatosi qui, al quale fanno compagnia il ragno porrohomma e alcuni crostacei terrestri. In principio era ritenuto un vulcano – infatti nelle carte topografiche compariva come ‘Cratere vecchio’ – e profondo circa 100-150 metri, ma la sua esplorazione completa (avvenuta nel 1957) ha svelato l’enorme abisso carsico creato da fenomeni erosivi. Sterru significa, infatti, sia ‘discesa’ che ‘scavo’, un termine comune ad altri toponimi ogliastrini e barbaricini. Oggi viene esplorato solo da speleologi esperti, per la sua complessità.
L’imboccatura dell’inghiottitoio è fatta di rocce scure basaltiche, la parte interna di pietre calcaree bianche. Il diametro è di 25 metri che arrivano a diventare 40 sul fondo. È raggiungibile a piedi attraverso un paesaggio affascinante: colate laviche sul calcare, felci e lecci ammantati di muschio e piccoli stagni (piscinas). Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto: pozzi per celebrare riti ancestrali, domus de Janas, che attestano al Neolitico la presenza umana, tombe di giganti e quasi venti complessi nuragici, posti come sentinelle agli accessi della valle. Una complessa rete di fortificazione costruita dal 1500 a.C. in poi: l’impressione è di passeggiare nella preistoria.
Dal Golgo si accede alla foresta del Bacu Canale e a Pedra Longa, pinnacolo di 128 metri a picco sul mare. Con un trekking di tre chilometri e mezzo, si raggiunge l’incanto di Cala Goloritzè. Mentre con un percorso un più lungo, dalla chiesetta di san Pietro si arriva a codula di Sisine, valle calcarea con alte pareti e boschi di lecci centenari, che conduce alla splendida spiaggia di Cala Sisine.