Non sono in tanti a saperlo, ma anche a Cagliari esiste un edificio progettato dal famosissimo architetto genovese, Renzo Piano.
Si tratta di un edificio che probabilmente tanti di voi a Cagliari hanno visto spesso, passandoci davanti moltissime volta: è il Complesso CIS in Viale Bonaria.
Nel 1985 nacque l’idea di bandire un concorso internazionale per il progetto della nuova sede del Credito Industriale Sardo. Nel bando una particolare indicazione: progettare un edificio capace di dare risposta alle accresciute esigenze operative del Cis e offrire alla città di Cagliari una piazza originale e modernamente concepita, ma inserita nel contesto urbano e sociale della città, quella piazza doveva rappresentare, nella vita di Cagliari, un punto di riferimento per la collettività, un vivibile luogo d’incontro per tutti i cittadini. Integrandosi, nuovo palazzo e piazza avrebbero dovuto segnare, visivamente, concretamente, la piena sintonia fra attività’ economiche e culturali, fra un istituto di credito e la società’ civile.
La proposta del Credito Industriale Sardo ebbe un’eco vastissima in campo nazionale ed internazionale. Allo scadere dei termini del concorso i progetti presentati furono centotrenta: ci avevano lavorato, con grande impegno e straordinaria creatività’, diverse centinaia di ingegneri e architetti di tutto il mondo. Il primo premio del concorso fu assegnato ex-aequo al progetto “Phoenix” presentato dall’architetto Renzo Piano ed al progetto “Alloro” dell’ equipe guidata dall’architetto Alberto Sposito: entrambi rispondevano alle indicazioni proposte dal CIS.
L’incarico di avviare il progetto esecutivo venne quindi dato dal Consiglio di Amministrazione del Credito Industriale Sardo all’architetto Renzo Piano, la cui proposta venne valutata come la più rispondente alle esigenze funzionali dell’Istituto ed ai vincoli di realizzazione dell’opera.
Il complesso venne strutturato in due parti, una pubblica ed una privata: la parte pubblica è costituita da un grande spazio pedonale che diviene piazza, delimitata lateralmente da due edifici e da grandi aree verdi, creando la comunicazione diretta tra la parte di città a monte ed il mare.
Lo spazio privato si concretizza nel volume di tre corpi che costituiscono l’edificio vero e proprio del Cis, che copre un’area di circa 2150 mq. Complessivamente la superficie destinata a uffici è pari a 7.200 mq..
La relazione tra i due ambiti privato e pubblico non e’ pero’ di rigida separazione, ma piuttosto di compenetrazione: sono stati infatti realizzati un Auditorium per circa 210 posti a sedere destinato ad accogliere conferenze, spettacoli, meeting e congressi e piazze scoperte e semiscoperte destinate ad attività’ pubbliche e di spettacolo. L’intero grande spazio “porticato” sottostante il corpo alto dell’edificio CIS e’ infatti una sorta di struttura di palcoscenico che ospita attrezzature di regia,illuminazione e diffusione sonora sia per le attività’ che prevedono gli spettatori nella piazza coperta che per le attività’ interne all’Auditorium.
L’Auditorium annesso al nuovo palazzo del Credito Industriale Sardo è caratterizzato dalla notevole versatilità, ottenuta grazie alla realizzazione di un pavimento articolato in 18 elementi mobili – ciascuno lungo 11 metri – che consentono diverse configurazioni:
– configurazione totalmente piana (per esposizioni, mostre) su una superficie totale di 280 mq.;
– configurazione ad anfiteatro (per concerti e performances) con disponibilità di 150 posti a sedere;
– configurazione a platea (per convegni e conferenze) per complessivi 210 posti.
Ciascuno degli elementi mobili è strutturato in maniera tale da poter contenere, all’interno della propria sagoma, 16 poltroncine.
La fuoriuscita delle poltroncine è azionata da un meccanismo pneumatico.
La movimentazione di sollevamento delle 18 piattaforme avviene idraulicamente.
Il tutto è governato da un complesso sistema computerizzato che controlla i diversi momenti del processo di movimentazione.
Questo impianto si presta ad essere utilizzato sia in forma privata che pubblica. Risulta infatti accessibile sia da Viale Bonaria, attraverso la piazza pubblica, che da Viale Diaz, in modo da consentirne l’utilizzo autonomo rispetto al resto dell’edificio.
Secondo i presupposti del concorso l’opera doveva diventare una sorta di “piazza”, da vivere in ogni momento della giornata, purtroppo la zona è spesso praticamente vuota e ha ospitato tanti giacigli per i senzatetto della città, evidenziando la mal-riuscita dell’intento progettuale. Sicuramente migliore di tantissime altre realizzazioni anche posteriori, soprattutto per la tecnologia utilizzata (forse è ancora oggi l’edificio tecnologicamente più avanzato a Cagliari).