Nuoro e Lula, paese della Barbagia a nord del capoluogo barbaricino, custodiscono una tradizione antichissima e complessa. Una pasta così preziosa da essere fra le più rare al mondo.
La tradizione è quella della preparazione di Su Filindeu, una pasta incredibilmente rara e preziosa che viene servita con il brodo di pecora la notte del 4 Ottobre in occasione del pellegrinaggio al Santuario di San Francesco. Due volte all’anno (l’altra è il Primo Maggio), i fedeli percorrono il cammino notturno che parte dalla chiesa della Solitudine di Nuoro e arriva appunto al Santuario, oltre 30 km di percorso. Giunti a destinazione, i pellegrini vengono rifocillati nelle “cumbessias” (piccole case costruite attorno alla chiesa per ospitare i fedeli in caso di necessità) con un bel piatto di Su Filindeu.
Ma cos’è Su Filindeu? E’ uno dei formati di pasta più rari al mondo, ottenuta da composto da un impasto di semola di grano duro, acqua e sale, da cui vengono ricavati filamenti finissimi, che vengono sovrapposti in tre strati incrociati come per formare una garza di forma rotonda e, una volta essiccati al sole, vengono spezzati e cotti in brodo di pecora, come da tradizione. La preparazione ha bisogno di una tecnica molto complessa e antica, che viene tramandata di generazione in generazione, custodita gelosamente ormai da solo poche persone. Ancora oggi, a distanza di secoli, è praticamente impossibile indicare le proporzioni degli ingredienti utilizzati.
Le donne che li preparano lavorano ad occhio impastando con cura la semola, l’acqua e il sale. L’impasto viene suddiviso in panetti di circa 100 grammi che vengono ridotti in cilindri, tirati e ripiegati più volte fino ad ottenere una grande quantità di filamenti sottili, circa 256 per ogni porzione da 100 grammi di impasto, che vengono tesi su di un canestro circolare di foglie di asfodelo essiccate e sovrapposti in tre strati incrociati come a formare un finissimo reticolo di pasta. Si ottiene, così, un grande cerchio irregolare che, una volta asciugato al sole, si indurirà e potrà essere spezzettato grossolanamente per preparare la pasta alla cottura. La tradizione vuole che siano le donne a tramandare e custodire le tecniche di lavorazione di Su Filindeu. Le donne nuoresi si riuniscono per preparare in gruppo l’antica ricetta con l’intendo di rifocillare fino ad oltre 1.500 pellegrini che arrivano dopo il faticoso cammino.