Orosei è il capoluogo della Baronia, un piccolo gioiello la cui origine risale al XII secolo. Decantato da illustri scrittori, come Grazia Deledda o Davide Herbert Lawrence.
Ciò che lo caratterizza è la moltitudine dei colori, dal bianco delle nuove abitazioni al grigio delle vecchie costruzioni, al verde delle folte campagne al blu del mare attorno. Il suo nome nasce nella seconda metà del 1100, Orisei o Urisè, incantevole perla della Sardegna dominata dal fiume Cedrino. Il suo celebre Golfo comprende alcune delle spiagge più belle della Sardegna (e del mondo).
Uno degli elementi cruciali di questo suggestivo ed affascinante paese è la religiosità; un luogo che si potrebbe definire “santo”, colmo di edifici religiosi, santuari, tredici chiese aperte al culto, cinque diroccate e nove scomparse.
Le piazze offrono un’ incredibile visuale su torri, antichi monumenti, sacre costruzioni. Fra le varie attrazioni merita sicuramente la bellissima chiesa dedicata a San Giacomo, ritenuta una delle più suggestive opere architettoniche della Sardegna, il Santuario del Rimedio, una cinta di mura che chiude il villaggio delle “Cumbessias”, che avvolgono l’oratorio in un semicerchio, il museo Nanni Guiso, gli svariati nuraghi collocati nel territorio, il monte Tuttavista che divide Orosei da Galtellì, le meravigliose spiagge di Bidderosa, Porto Corallo, Cala Ginepro, Cala Liberotto e Sa Curcurica, le prigioni e la casa rettorale, ma un autentico piacere saranno le passeggiate tra le stradine che conducono ad un insieme di porte, portali, cancelli, vie, viuzze, parchi, palazzi padronali, scorci tipici che invogliano a scattare meravigliose foto.
I periodi più belli per visitare il paese – oltre quello estivo, naturalmente – sono quelli delle processioni religiose, veri e propri spettacoli. La Settimana Santa è una visione imperdibile, ma ugualmente affascinante la processione per Sant’Antonio o Santa Maria del Mare, l’ultima domenica di Maggio, con le barche fiorite che attraversano il fiume, nel profumo di Primavera. Se decidete di andare, non rinunciate poi ad assaggiare il dolce tipico, su pistiddu, che viene distribuito prima della festa di Sant’Antonio, mentre nella grande piazza arde il falò. Una vera delizia per il palato in un contesto che lascia senza fiato.
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