Oggi portiamo alla vostra attenzione un progetto – a nostro giudizio vergognoso – che è stato depositato in Regione Sardegna e che dovrebbe riguardare la meravigliosa baia di Cala Spinosa, uno dei simboli della Gallura.
Cala Spinosa, con la sua spiaggia dall’acqua cristallina e azzurra, con le rocce granitiche tutto intorno a regalare un paesaggio suggestivo e unico. Ebbene, in questo paradisiaco contesto si vuole realizzare un progetto che andrebbe a deturpare tutto l’ambiente. Ne siamo venuti a conoscenza, quasi casualmente, da una sentita e dettagliata lettera scritta da Alice Lorgna alla rubrica “Italians” di Beppe Severgnini sul sito del Corriere della Sera, che vi riportiamo qui di seguito:
Gentile dott. Severgnini, le scrivo per segnalarle, anche se credo ne sia già informato, un progetto a dir poco scandaloso che è stato depositato in Regione Sardegna e che dovrebbe riguardare Cala Spinosa, baia simbolo della Gallura, della Sardegna e non solo, che sappiamo essere una sua antica conoscenza, oltre che nostro luogo del cuore e dello spirito. Basti pensare a quell’acqua cristallina con sfumature di colore da togliere il fiato, dove il vento di maestrale si incanala più forte e con il mare scolpisce le rocce granitiche con un effetto irreale.
Vengo ad illustrale nello specifico il progetto contestato. La cala si trova in un area SIC, ai sensi della Direttiva Comunitaria Habitat, inserita anche nel sistema di aree dedicate alla conservazione della biodiversità appartenenti alla “Rete ecologica natura 2000″ (tra l’altro è anche in cantiere la realizzazione di un’area marina protetta). È stata chiesta al demanio (come risulta dall’allegato oltre che dalla home page della Regione Sardegna) una concessione per realizzare un pontile in legno di 12 mt, con boe e specchio d’acqua destinato all’ormeggio, di quasi 7000 mq.
Ciò comporterebbe, oltre ad una evidente deturpazione del paesaggio selvaggio ed incontaminato della baia, un continuo transito di imbarcazioni, con sostanziale interdizione del nuoto libero per turisti e locali. Tutto questo senza considerare il danno sostanziale ed irreversibile che si avrebbe all’Habitat naturale marino della Cala (http://bit.ly/23wu4TE ).
Resta poi da capire, dato che non ne compare traccia nei documenti depositati, come i visitatori possano in sicurezza raggiungere la terra ferma e il bar soprastante (che è quello che ha richiesto la concessione) … Probabilmente serviranno passatoie in legno sugli scogli, scavi, creazione di scalinate etc. Quindi ulteriori strutture impattanti (http://bit.ly/1rajdkA).
È stata lanciata una petizione online, che ha raggiunto 4.000 firme in 4 giorni (http://chn.ge/1SFwnSQ). Oltre all’hashtag #salviamocalaspinosa
Mi sono dunque permessa di scriverle, conoscendo la sua attenzione a queste tematiche in generale, e tanto più in questo caso dove ad essere in serio pericolo sono luoghi da lei frequentati e amati da sempre, a cui fa spesso riferimento. Ringraziandola anticipatamente per l’attenzione, la saluto.
Se volete leggere la risposta di Severgnini CLICCATE QUI
Quando la finiremo di deturpare gli angoli più belli della nostra Sardegna? Non sarebbe il caso di abbandonare un progetto così assurdo e senza senso? Speriamo che la Regione si renda conto della gravità (e inutilità) di questa idea. A noi non resta che invitarvi tutti a firmare la petizione per salvare Cala Spinosa. Se volete firmare subito potete farlo CLICCANDO QUI
—
—