SCANDALOSO, ECCO IL PAESE SARDO CHE RADE AL SUOLO UNA FORESTA “PREISTORICA” PER FARE DEL PELLET

foreste domusnovas

C’è un paese, in Sardegna, che continua ad abbattere una foresta “preistorica” per fare pellet e per dare un po’ di lavoro ai cittadini, radendo a zero una selva che ha migliaia di anni, in accordo – incredibilmente – con l’Ente Foreste della Sardegna. Nel frattempo, il 63% dei fondi europei non è stato speso…ma chi se ne frega… 

Cosa è meglio fare tra spendere i fondi UE o distruggere una foresta antica per ricavarne del legna da ardere? In Sardegna abbiamo scelto, meglio radere al suolo la foresta. Degli eventuali danni ambientali collaterali non importa a nessuno, non c’è denaro per fare degli studi sui potenziali pericoli di rischi idrogeologici

Il paese è Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente.

La denuncia arriva da un articolo del Corriere della Sera, a firma nientemeno che di Gian Antonio Stella che, si legge nel pezzo, ritorna a cinque anni fa quando “l’allora assessore regionale all’Ambiente (all’Ambiente!) Giorgio Oppi, l’Ente Foreste (un carrozzone regionale con 7.000 dipendenti, pari a 250 mila a livello italiano!) e il sindaco di Domusnovas Angelo Deidda detto Angioletto, hanno deciso di inventarsi lo sfruttamento della foresta demaniale del monte Marganai. E di radere al suolo un primo pezzo di 35 ettari di selva”.

Tutto questo per dar lavoro a una cooperativa e a una decina di disoccupati del paese. In seguito, sono arrivate le denunce degli ambientalisti perché quelle foreste hanno un valore inestimabile, uno degli ultimi esempi di foresta mediterranea spontanea cresciuta su rocce vecchie di 680 milioni di anni e sopravvissuto nei millenni. Ma per il sindaco di Domusnovas “E’ solo legnaccia”. Ignorando anche il fatto che il taglio degli alberi potrebbe causare danni ambientali e idrogeologici seri. 

Oltre il danno anche la beffa. Perché, si legge sempre nell’articolo, l’Europa “è disponibile in questi casi a intervenire finanziando la conservazione di aree di particolare interesse. In pratica, con la direttiva Habitat dice: se tu non la tocchi, quella foresta antica miracolosamente sopravvissuta, ti do io i soldi. Facciamo un contratto: quanto vale quel legno all’ettaro? Ti pago il valore di mercato. Se da questa una lecceta puoi ricavare 7.000 euro a ettaro te li do io». E allora perché Comune ed Ente Foreste non scelgono questa alternativa? «Perché qui c’è il ritorno in voti, favori, servizi collaterali…”.

L’ennesima vergogna di una Sardegna in mano a pochi incapaci, pronti a svenderla per qualche voto e per quattro posti di lavoro. Una storia già vista troppe volte nella nostra Isola. Un vero peccato per le foreste di Domusnovas – paese venuto alla ribalta in questo periodo anche per la sua fabbrica di di ordigni bellici e definito “Paese delle bombe” – che potrebbero essere tutelate e valorizzate attraverso fondi europei, ma vengono invece distrutte senza ritegno.

Se volete leggere l’articolo completo di Gian Antonio Stella CLICCATE QUI

ECCO, NELLA GALLERY, LE IMMAGINI DELLA FORESTA “DISTRUTTA” TRATTE DAL SITO DEL GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO

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12 pensieri su “SCANDALOSO, ECCO IL PAESE SARDO CHE RADE AL SUOLO UNA FORESTA “PREISTORICA” PER FARE DEL PELLET

  1. .
    All’inizio il pellett costava 15 €/Q.le.
    Tre anni fa era a 20 €/Q.le e prevedevo che nel giro di poco tempo il suo prezzo sarebbe raddoppiato.
    Oggi è venduto a € 33 €/Q.le.
    Alla fine del prossimo anno arriverà a quanto avevo previsto tre anni fa 40 €/Qle.
    Con buona pace dei cogliastri (coglioni-verdastri) e del popolaccio, la grande maggioranza degli italioti, che si è lasciato turlupinare da loro.
    .

  2. Salve, leggendo quest’articolo, l’ennesimo, desideriamo esprimere il nostro disappunto e indignazione, per l’ennesima bugia.
    Il Comandante del corpo forestale della Sardegna ha fatto pervenire a tutti gli organi competenti, al Comune, al Vai ecc.. il parere positivo, presentato all’Ente Foreste e ribadisce la totale neutralità sulla competenza della sovraintendenza.
    Sono state rispettate tutte le normative, nazionali, regionali ed Europee quindi tutte le fesserie che state scrivendo sulla foresta di Marganai che probabilmente chi ha scritto quest’ennesimo articolo non conosce e non ha mai visto.
    Vi chiediamo per l’ennesima volta di smettere di scrivere fesserie e di offendere le persone. Ci sono gli organi preposti per tutelare la foresta del Marganai, e i tagli di cui parlate, sono mirati alla pulizia del bosco, non alla devastazione..come volete far intendere al mondo intero. Quando si parla di selvicoltura bisogna avere una stretta conoscenza, l’esperienza per poterlo fare.. Qui non si parla di scempi, perchè il popolo di Domusnovas ama la propria foresta e non lo permetterebbe mai. Ci sono circa 800 cacciatori di Domusnovas sono i primi a tutelare la foresta, la puliscono, e la salvaguardano. Le migliaia di persone che vivono la foresta del Marganai che arrivano da ogni angolo del sulcis, del campidano, del cagliaritano.. sanno di cosa stiamo parlando.. In sintesi la foresta è tutelata. Se volete vedere la foresta prendete un appuntamento e venite a vederla, prima di scrivere questi articoli che non hanno nulla di veritiero. E noi vi accompagneremo in questo paradiso. Non è questa la situazione.
    Gli operai forestali di Domusnovas. Coloro che amano il Marganai.

    1. Noi vi ringraziamo per questa precisazione. Noi abbiamo semplicemente riportato quanto scritto dal Corriere.it, quindi ci dite che quello che ha scritto Gian Antonio Stella (non proprio l’ultimo arrivato) è tutto falso? Vorremmo solo capire…

      1. Il modo migliore per sincerarvi di quello che scrivete e vedere con i vostri occhi e documentarvi così come ha fatto l’Europarlamentare del MS5. Stiamo ancora aspettando il sig Stella per fargli vedere e toccare con mano quello che lui ha riportato senza esserci mai stato fisicamente.

  3. Ma quel triste figuro perchè nessuno lo arresta? L’Inchiesta della magistratura su altri reati commessi da questa persona è finita misteriosamente nel nulla. In un paese civile simili individui sarebbero messi in condizione di non nuocere.

  4. Non è neanche lontanamente vero che la foresta è preistorica. E’ una foresta sottoposta a taglio periodico (cosiddetta foresta a ceduo), probabilmente da secoli. E’ così che si “coltiva” la foresta in buona parte della Sardegna (e non solo), ovvero se ne ricava legna per riscaldamento ma al tempo stesso se ne perpetua l’esistenza. Faccio notare che questa forma di governo della foresta è anche approvata dal protocollo di Kyoto. Inoltre, questi interventi riguardano una porzione molto piccola della foresta, circa il 5%, a rotazione ogni anno. Faccio notare infine che queste aperture nella foresta, oltre a ringiovanire gli alberi, fanno aumentare la biodiversità, ad esempio forniscono alimenti per i cervi, che sotto il bosco fitto non trovano niente da mangiare, e fanno crescere la varietà di specie vegetali.

  5. Agli operai forestali che con una certa saccenza parlano di pulizia del bosco e governo a ceduo, definendo l’articolo frutto di ignoranza, vorrei suggerire alcune osservazioni.
    L’ignoranza non ha limiti, conosco bene la dinamica vegetazionale delle formazioni arboree mediterranee, compresa quella del Marganai. Un taglio drastico di una fustaia e ceduo in avanzato stadio di evoluzione, con il rilascio di poche matricine, non è una modalità per governare una ecosistema di macchia mediterranea evoluta. Questo rappresenta solo un momentaneo palliativo economico atto a tamponare una estemporanea situazione. Un taglio indiscriminato del bosco che non tenga conto dei rapporti associativi ed evolutivi e destinato ad aumentare la perdita di sovrasuolo con conseguente aumento dei processi di desertificazione e dissesto idrogeologico e drastici cambiamenti climatici che non interessano essenzialmente il popolo forestale ma tutta la comunità.
    Si parla di pochi ettari interessati al taglio, ma chi ha buona memoria questo è un film già visto parecchie volte. Ad una prima pianificazione ambientale ne è seguita un’altra altrettanto nefasta che perseguiva diabolicamente una precedente sino all’annullamento totale delle risorse.
    Non lamentatevi poi di una zona fortemente penalizzata dal punto di vista economico. I primi responsabili di una crisi sono i propri abitanti. Siamo abituati ad attribuire responsabilità a terzi senza osservare noi stessi. Ognuno raccoglie ciò che semina. In quest’ottica l’area del Sulcis è destinata ad un ulteriore processo d’impoverimento e spopolamento.
    Siete voi i principali responsabili di un invadente precariato. Svegliatevi e non continuare a sognare, ma sopratutto parlate con cognizione di causa e non con un certo mal di pancia.
    I risultati mondiali della deforestazione sono sotto gli occhi di tutti.
    Qualcuno potrebbe obiettare che non sono pochi ettari a creare una seria problematica. Ma quante sono nel mondo le situazioni simili; provatele a sommare e poi riflettete. Io sono un agricoltore e le vostre disamine non fanno altro che peggiorare una situazione del comparto agricolo già precaria. Voi ne siete pienamente responsabili. Si salvi chi può mors tua vita mea! è questo che sperate di raggiungere. Ma se l’agricoltura non foraggera più le vs. primarie necessità diventerete xilofagi il mangiandovi il legname.

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