Il ministero della Salute ha pubblicato online i dati sull’attività economico-sanitaria in Italia, da cui emergono una marea di sprechi nel sistema socio sanitario del nostro Paese. Se per vedere di quanti soldi ha bisogno per sopravvivere un ospedale basta dividere i costi messi a bilancio coi posti letto, i risultati che ne vengono fuori sono scandalosi. A fronte di identiche cure mediche offerte ai malati, le spede sono enormemente diverse tra un ospedale e l’altro. La Sardegna non fa certo eccezione in tutto questo.
Alcuni esempi?Il Cardarelli di Napoli spende più del doppio del Sant’Orsola di Bologna per i costi di pulizia dell’ospedale (17.583 mila euro per posto letto contro i 6.518). Il De Lellis di Catanzaro ha una spesa per le utenze telefoniche di circa il triplo di altri ospedali italiani (2.782 euro contro 910 a posto letto). E ancora all’Umberto I di Roma occorrono più di 500 mila euro per ogni letto utilizzato, mentre al San Matteo di Pavia ne bastano 380 mila. Di questi confronti se ne potrebbero fare ancora tantissimi, a testimonianza di un oceano sconfinato di sprechi che pesa come un macigno sull’economia italiana. Anche la presunta maggior efficienza del Nord viene messa in dubbio quando si parla di sanità, con sprechi che sono assolutamente trasversali in tutta Italia.
Ridurre i costi e gli sprechi nella sanità pubblica e, per quanto ci concerne, in quella della Sardegna, sarebbe un primo passo verso una risalita del Paese da questo stato di crisi che sta devastando l’Italia. Ma fino a quando la mentalità sarà quella di mantenere carrozzoni dove si sperperano soldi pubblici, allora c’è poco da fare purtroppo.
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