Fabio Aru, ciclista sardo di Villacidro, è il nuovo talento del ciclismo italiano, capace di lottare alla pari con i più migliori ciclisti del momento. Dopo il suo exploit al Giro d’Italia, anche alla Vuelta di Spagna il corridore del Medio Campidano è riuscito a vincere due tappe, regalando momenti di grande emozione ai tifosi italiani e confermando di avere un grande futuro. Il sito di EUROSPORT ha risaltato le gesta di Aru ed elencato i 6 motivi per cui ilciclista sardo diventerà presto un campione. Ecco quali sono.
VA FORTE… – Può essere banale, ma non lo è affatto. Senza il talento non si va da nessuna parte, e Fabio è già oggi uno dei più forti corridori in salita di tutto il panorama internazionale. A cronometro, dove deve comunque migliorare, non va piano, e il 2° posto nella tappa del Grappa al Giro è lì a dimostrarlo. Quella volta, però, le pendenze erano importanti, e sulle lunghe distanze, sui lunghi rettilinei da rapportone, Aru farebbe ovviamente molta più fatica. Ma il tempo è dalla sua parte: può e deve crescere in questo fondamentale.
LEGGE BENE LA CORSA… – Per meglio comprendere questa qualità bisogna riguardarsi le tappe in salita dell’ultima Vuelta. Chi gli scattava davanti raramente ha ricevuto risposta: Fabio saliva regolare, senza strappare, per poi rientrare con il suo passo. Viceversa, quando scattava lui, il più delle volte faceva il vuoto.
HA LA TESTA SULLE SPALLE… – Umiltà, raziocinio, e grande senso di responsabilità: sono queste le qualità caratteriali che più apprezza di lui chi lo conosce meglio. Sa di aver scaldato il cuore della gente, ed è perfettamente conscio che ora quegli stessi tifosi si aspettano molto da lui. Non si monta la testa, lavora tanto e cerca di rubare il mestiere ai migliori, che siano avversari (Contador, Froome, Quintana) o compagni di squadra (Nibali) poco importa. Si impara da tutti, sempre e in ogni situazione.
HA GRANDE PERSONALITA’… – E’ maniacale nella preparazione della corsa, durante gli allenamenti ma anche nei giorni delle gare. Prende appunti su tutto e annota con dedizione ogni cosa. Non è un guascone, ma è il classico leader silenzioso che sa farsi rispettare e voler bene da tutti. E’ riconoscente verso chi lo aiuta (gli abbracci ai compagni dopo le sue vittorie sono tra le fotografie più belle dell’ultima Vuelta), ma allo stesso tempo è uno che pretende molto da chiunque gli sta intorno. Lui è abituato a dare il 100%: ecco perché esige dagli altri lo stesso impegno.
E’ GIOVANE, PUO’ MIGLIORARE TANTISSIMO… – Non va dimenticato. Fabio ha solo 24 anni: è nato a San Gavino Monreale, in Sardegna, il 3 luglio del 1990, lo stesso anno di nascita di Nairo Quintana, il corridore che lo ha battuto all’ultimo Giro d’Italia. Nella stagione della sua esplosione definitiva, il 2010, Nibali era nell’anno dei suoi 26: quattro anni fa per il siciliano arrivò il podio al Giro (3°) e il successo alla Vuelta. Come dicevamo poco più su, il tempo è assolutamente dalla parte del giovane scalatore sardo.
GRAN FISICO… – Non ha il classico fisico dello scalatore, che per definizione è basso e piuttosto esile. Aru è magro, sì, ma anche molto alto, 183 cm x 66 kg, queste le sue misure: agile in salita e potente (lo diventerà) a cronometro. Ha più o meno il fisico di Nibali e Froome: il primo è un po’ più minuto (181 cm x 65 kg), il secondo leggermente più prestante (185 cm x 69 kg). Contador è il più basso e il più leggero tra i tre (176 cm x 62 kg), ma è quello uscito meglio dalla Vuelta di Spagna, la corsa che ha fatto salire a 6 il numero dei grandi Giri vinti dallo spagnolo. Fenomeno, esattamente quello che speriamo un po’ tutti possa diventare anche il nostro Aru.
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