A volte ci viene proprio da pensare che i politici – o presunti tali – pensino che tutto il resto delle persone siano degli stupidi senza memoria. Non si spiega altrimenti il fatto che sempre più politici, che hanno ricoperto incarichi di potere importanti, si lancino in accuse e invettive contro le Istituzioni non appena terminano i loro mandati (o meglio, quando perdono la poltrona). Stavolta è il turno dell’ex presidente della Regione Sardegna e consigliere di Forza Italia, Ugo Cappellacci, che molto tranquillamente, come se fosse appena entrato in politica, si lascia andare in affermazioni quantomeno bizzarre, visto che il ruolo da lui ricoperto fino a poco tempo fa.
Queste le frasi dell’ex Governatore della Sardegna, riportate dall’Unione Sarda, a proposito delle servitù militari in Sardegna e in particolare dell’episodio dell’esplosione a Capo Frasca: “Il ministro Pinotti ha un solo modo per scusarsi con la Sardegna per il grave episodio di Capo Frasca: dimettersi. E’ ancora fresco il ricordo della sua recente missione balnear-istituzionale nell’isola in cui con ottusa rigidità, seppur in politichese, ha dichiarato che nella sostanza il Governo se ne infischia delle richieste della Sardegna. Se allora bastò un suo tweet per rispedire a cuccia il presidente Pigliaru, incredibilmente snobbato durante la gita della Pinotti nell’isola, non pensi che questo valga per tutti i sardi. Ribadiamo la necessità che le decisioni sulle servitù siano prese in una conferenza regionale, da convocare in Sardegna, con la piena partecipazione della Regione e dei Comuni. Non siamo antimilitaristi e non ce l’abbiamo con gli uomini e le donne che portano la divisa e servono la patria prosegue l’ex governatore sardo – la nostra rabbia è tutta indirizzata verso politici e burocrati che ancora non vogliono capire che le servitù devono essere radicalmente ridimensionate e che le decisioni devono essere prese con chi rappresenta il territorio. La Pinotti ora tolga il disturbo e lasci spazio a persone più competenti e più inclini al dialogo”.
Caro Cappellacci, sa, a volte è meglio tacere che parlare a sproposito.
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