Fabio Aru è la nuova speranza della Sardegna. Il nuovo simbolo di un’Isola perennemente martoriata e sfruttata, che a volte trova nello sport occasioni di riscatto e di orgoglio. Con le sue imprese nel Giro d’italia e dopo aver regalato alla Sardegna la prima tappa nella corsa rosa di un corridore sardo, adesso il ciclista di Villacidro può persino sognare la Maglia Rosa. E con lui può sognare tutta la Sardegna.
“Sono orgoglioso di questo ragazzo. E con me tutti i sardi. Ha sangue sardo, temperamento sardo. È fiero di essere sardo. Nel tunnel in cui siamo, ci voleva Aru a dare la speranza. Con lui si riparla della Sardegna. Come nell’anno dello scudetto? Sì. Proprio come allora c’è entusiasmo. Lì c’erano 30 partite. Qui ci sono 21 tappe. E si deve combattere giorno dopo giorno. Quella dello scudetto fu una cavalcata meravigliosa, anche quella di Aru lo è. Ora in Sardegna tutti, io per primo, sognano la maglia rosa di Aru. Cosa rappresenta Aru per la Sardegna? La luce, perché la Sardegna è in crisi. Dovunque la situazione è difficile. I giovani devono emigrare. Migliaia di operai sono senza lavoro. Ha chiuso il 30-35% delle aziende. Non ho mai visto la mia regione così giù. Siamo al buio e Aru rappresenta la luce”.
Belle parole che arrivano da un grande campione. Il più grande per noi sardi…che adesso siamo tutti con Fabio Aru.
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