C’è un comune della Sardegna che ha dato il via a una sorta di battaglia per la riapertura delle case chiuse. E nella prossima riunione di Giunta della prossima settimana la maggioranza voterà a favore della riapertura dei bordelli. No, non stiamo scherzando. L’obiettivo è davvero quello di riaprire le case chiuse regolamentando l’attività delle prostitute e tassando questa attività.
Questa proposta provocatoria arriva dal comune di Marrubiu (Oristano) e in particolare dal sindaco Andrea Santucciu, militante del Partito Democratico. Dopo le precedenti prese di posizione di Santucciu sullo Ius Soli e sulle convivenze, stavolta il sindaco si scaglia contro la famosa Legge Merlin, che decretò la chiusura delle case chiuse, chiedendone l’abolizione. Insomma, le prostitute devono poter esercitare la loro professione alla luce del sole, esattamente come qualsiasi altra attività lavorativa, pagando le tasse.
Queste le parole del sindaco Santucciu:
“Abbiamo pensato sin dal nostro insediamento da maggio 2011 che il Consiglio comunale dovesse fare anche opinione sui singoli casi amministrativi delle leggi italiche. L’approvazione della Legge Merlin, negli anni Settanta, è giudicata comunque da noi, gruppo di maggioranza, un grosso errore. E questo grosso errore si sta pagando soprattutto oggi. Oggi noi abbiamo tasse annose, esose e insidianti per i cittadini, quali la Tares, quest’anno Tasi, Iuc e tante sigle talvolta incomprensibili, che vessano i cittadini. Noi ci siamo stancati di vessare i cittadini. Siccome ad oggi il Governo, noi speriamo in Renzi che sta per diventare premier, non trova soluzioni per abbassare le tasse dei cittadini cerchiamo di suggerire noi qualche suggerimento. Con la riapertura delle case chiuse, raggiungiamo una maggiore igienizzazione di quello che è un mestiere comunque a tutti gli effetti che ridà dignità anche alla donna o a chi lo pratica. E poi, in secundis, appunto, legalizziamo il pagamento di tasse da parte di questa “categoria” che troppo spesso risulta essere anche abusata e soverchiata dalla malavita organizzata. Chiaramente è un’azione simbolica, noi non possiamo legiferare a livello nazionale. Qualcuno anzi potrà anche prenderci in giro per questo, ma siamo convinti che un’amministrazione comunale che si rispetti, come in un convegno, quando lo si fa su grandi personaggi della storia, debba poter suggerire a chi sta sopra di lui, dei metodi o dei mezzi, e debba fare opinione a tutti gli effetti. Anche così cresce una comunità”.
Voi che ne pensate?
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