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Uno sbocco sul mare per la Svizzera? La Sardegna si propone
I sardi hanno certamente il senso dell’ironia e della provocazione. Almeno quei 1.800 che hanno preferito annullare la scheda elettorale esprimendo alle ultime votazioni regionali una singolarissima preferenza. E non si tratta del facile e già visto indipendentismo isolano, quello di chi col Continente non vuole avere nulla a che fare. Nient’affatto. Nemmeno si tratta di nuove spinte popolari per ottenere maggiore autonomia da un governo centrale sempre più sordo alle esigenze dell’Isola. No, no. Niente di tutto ciò. Questa volta 1.800 sardi si sono spinti oltre: non credendo più nell’Italia e nelle sue istituzioni, hanno chiesto di diventare un cantone svizzero. Punto e basta. Il Canton Marittimo, per la precisione, di cui hanno scritto il nome sulla scheda elettorale. Così che finalmente anche la Sardegna possa ottenere il governo che più si merita. 

LA NAZIONE IDEALE CUI APPARTENERE. A lanciare la balzana idea è stato Andrea Caruso, che nella vita di mestiere fa il dentista, dopo che, un giorno, bevendo un’Ichnusa tra amici, ha provato a immaginarsi un futuro migliore per la sua amata isola. E ha pensato alle Alpi svizzere. «Mentre l’Italia ci mortifica con la sua inefficienza cronica – ha spiegato in un’intervista alla Nuova Sardegna – e ci tratta come l’ultima ruota del carro, un paese come la Svizzera, efficiente, economicamente solido, con un forte senso comunitario e un’organizzazione politica di tipo federale, dove tutti i cantoni hanno una propria costituzione, un proprio parlamento e organi giurisdizionali autonomi, quindi molto più rispettoso delle autonomie territoriali di quanto non lo sia l’Italia, sarebbe la nazione ideale a cui appartenere per un’Isola come la Sardegna». Che, a questo punto, diventerebbe il 27° cantone svizzero.

“SA LEPPA” E VICTORINOX. E il Canton Marittimo piace. Più di quanto si possa immaginare. Tanto che c’è già un sito (www.cantonmarittimo.org), dove Caruso delinea l’idea di fondo, e una pagina Facebook dove gran parte dei commenti sono di svizzeri entusiasti alla sola idea di poter venire in vacanza e bagnarsi nei mari della Sardegna. C’è anche la bandiera, curiosa, con le teste dei quattro mori intorno alla tradizionale croce bianca su fondo rosso. Ma la vera “chicca”, segno che l’integrazione tra i due popoli è realmente possibile, è “sa leppa”, l’originalissimo coltello dei contadini sardi ricavato da corna di montone marocchino che per festeggiare le nozze tra il mare e le montagne è stato trasformato in una sorta di Victorinox isolano, sulla falsariga del classico temperino dell’Esercito elvetico. Chissà se ad Ibach, dove ha sede l’azienda, l’hanno già messo in produzione.

L’ALTER-EGO DELLA SVIZZERA. Ma che l’intesa sia possibile, forse più che non quella sulla Macroregione Alpina o la riforma del Titolo V in Italia, non è uno scherzo. Non ci credete? Sentite cosa scrive Caruso sul suo sito: «Non si tratta di una provocazione né di una boutade. Si tratta di un progetto, di un’idea che scaturisce dall’attuale contingenza che vede l’Italia intrappolata in un vortice di crisi economico-politica apparentemente senza via d’uscita». E la Sardegna «è una perla rara, con un altissimo potenziale inespresso piagato da secoli di inettitudine amministrativa e disordinato colonialismo economico». La Sardegna «è, se vogliamo, l’alter-ego della Svizzera». Ma non è tutto. C’è anche un curioso precedente storico postato su Facebook da un iscritto al gruppo del Canton Marittimo: è una cartina del Regno di Sardegna i cui confini giungevano fino alla sponda sud del Lago di Costanza, che oggi si trova in Svizzera. Forse che i tempi siano maturi per un’imprevedibile nemesi geopolitica in salsa sardo-elvetica?

(FONTE: http://www.tempi.it/sardegna-svizzera-cantone-marittimo#.Uwck1vl5OSo)

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