Le 10 speranze di cambiamento per la Sardegna nel 2014: dalla politica all’economia, passando da trasporti e sport.
Anno nuovo vita nuova? si dice sempre ma raramente accade, specie per le persone: chissà se per una volta, invece, il 2014 possa portare “vita nuova” a un’intera terra, la Sardegna, che nell’ultimo anno (e in quelli precedenti) ha accumulato una serie di problemi e vere e proprie tragedie cui andrebbe posto rimedio. Così,ecco le dieci cose che i sardi potrebbero realisticamente chiedere al 2014, se questo nuovo anno davvero fosse quello buono per risolvere almeno una parte delle arretratezze e criticità croniche della nostra isola.
1 – Se proprio è destino che, come successo l’anno scorso, la Sardegna debba subire delle vere calamità naturali come l’alluvione di novembre, almeno che lo Stato e le istituzioni locali riescano a dare risposte credibili. Qui, tra il pasticcio del’avviso tardivo di domenica a comuni chiusi, le tasse tolte e poi subito reintrodotte per chi vive in quei territori e le magagne che stanno venendo fuori su come sono state realizzate molte opere pubbliche il cui crollo ha causato danni e morti, di interventi urgenti da attuare in questo nuovo anno ce ne sarebbero eccome.
2 – La Sardegna a metà febbraio avrà un nuovo governatore, speriamo che chiunque sia riesca a far riprendere ai sardi un minimo di fiducia nella politica, demolita a colpi di inchieste come quella sulla P3 che ha coinvolto l’attuale presidente (peraltro prontamente ricandidato) Cappellacci, dall’assenza di un piano di Protezione civile in una terra sotto molti aspetti a rischio come la nostra, dalla pubblicità regalata dalla Regione a giornali amici come il berlusconiano “Il Giornale”, oppure dalla minaccia di svendere territorio e ricchezze ad investitori come quelli venuti dal Qatar, senza sostanziali garanzie che ne venga garantita l’integrità e il valore di bene pubblico. Insomma, chiunque sia, uomo o donna (per la prima volta quest’ultima potrebbe essere una possibilità concreta), speriamo che riesca a far dimenticare nel 2014 tutto questo e molto altro. Non sarà facile.
3 – I sardi si sa, sono appassionati di bel calcio e soffrono a vedere il Cagliari giocare sempre in giro per l’Italia o in uno stadio che forse potrebbe andare bene per la Lega Pro. La querelle intorno al Sant’Elia, allo stadio Is Arenas a Quartu, alle trasferte a Trieste anche per le partite casalinghe sta andando avanti da fin troppi anni, e al di la delle singole responsabilità speriamo che il 2014 porti finalmente alla squadra rossoblù un vero impianto degno della Serie A. Peraltro, sarebbe anche un fatto simbolico, dimostrando che la Sardegna è capace di risollevarsi dalle difficoltà e uscire dall’arretratezza nei settori in cui ne è colpita.
4 – Altro problema annoso che il 2014 potrebbe risolvere è quello dei trasporti da e per l’isola. Gli aerei anche in questi giorni di festa hanno creato grossi problemi, con una scarsa disponibilità di posti che ha lasciato a terra molti. Oltretutto la “nuova” continuità territoriale voluta dalla Regione per nove mesi all’anno non distingue tra residenti e non, per cui non esistono “quote” riservate a chi vive in Sardegna. Meridiana è sempre più in crisi, e anche nel trasporto marittimo continuano i problemi: il “cartello” di fatto che le compagnie hanno attuato, anche la scorsa estate, ha scoraggiato molti turisti, che hanno finito per scegliere destinazioni più “accessibili” evitando di spendere migliaia di euro solo di viaggio.
5 – Ma il problema trasporti esiste anche all’interno dell’isola: i treni continuano ad essere pressoché inesistenti in più della metà del territorio sardo, mentre le compagnie di bus sono inadeguate e, in particolare, l’Arst fornisce spesso un servizio insufficiente, aggravato dagli orari cervellotici che rendono quasi impossibili anche i viaggi più banali (ad es. la tratta Oristano – Sassari). Certo, per risolvere il problema delle ferrovie e dei trasporti pubblici forse ci vuole un miracolo più che un semplice rinnovamento, ma chissà che questo 2014 non sia in grado di far compiere almeno qualche piccolo passo in avanti.
6 – Il 2014 potrebbe anche essere l’anno in cui magari l’Italia si rende conto che la Sardegna non è solo una terra che per le sue caratteristiche insulari è adatta a portarci pericolosi delinquenti, come i mafiosi al 41bis trasferiti nell’isola lo scorso anno, oppure a far passare merci pericolose, dai rifiuti alle armi chimiche. Insomma, se è vero che la criminalità organizzata da tempo è presente anche da noi, e su questo Saviano non ha tutti i torti, è vero anche che non è il caso di favorirne la diffusione come successo nei decenni passati in altre zone d’Italia.
7 – Di pari passo con questo problema c’è quello delle servitù militari, che continuano ad essere una “tassa” altissima per il territorio sardo e la salute dei suoi cittadini: da Quirra in giù sono tante ancora le questioni da risolvere, e finora ci hanno provato solo i magistrati, a parte qualche intervento della Giunta Soru nella scorsa legislatura. Chissà che il 2014 possa portare qualche novità positiva anche in questo senso, visto che nel 2013 si è parlato di “rafforzamento” della presenza dei giochi di guerra e si è dovuto vedere, anche da piccoli episodi come i frequenti “boati” causati dai Jet a reazione sulla costa occidentale, che da parte dei militari non c’è nessuna intenzione di allentare la pressione sulla nostra terra.
8 – C’è poi il lavoro, forse in assoluto il problema più importante in un territorio pieno di disoccupati, cassintegrati e realtà in crisi, ricordato nella sua visita a Cagliari anche da Papa Francesco, ma questa è anche una delle questioni più difficili da risolvere. Vedremo se nel 2014 si riuscirà almeno a ridurre quel terribile 18% di disoccupazione che suona come una campana a morto per l’economia sarda, già in difficoltà in tutti i suoi indicatori, e vedremo anche se magari si riusciranno a recuperare soldi dai tanti che anche nell’isola evadono le tasse danneggiando chi non fa concorrenza sleale e spesso è costretto ad uscire dal mercato. Non sarebbe male trovare così dei soldi da investire per creare posti di lavoro, magari favorendo le aziende che rispettano la sostenibilità ambientale, che anche in Sardegna iniziano a diffondersi.
9 – Una ricchezza su cui sicuramente si investe troppo poco è quella enogastronomica: i prodotti sardi sono amati in Italia e nel mondo, dai vini ai formaggi passando per quelli del mare e i dolci, ma la loro diffusione oltremare è ancora troppo scarsa. Il 2014 potrebbe essere l’anno di un rilancio in grande stile della produzione sarda nel mondo del food, magari sfruttando per la propaganda i grandi ristoratori e produttori di vini e birre pluripremiati ormai presenti anche sul nostro territorio e creando un vero flusso di turismo enogastronomico, che rilanci l’isola come la perla al centro del Mediterraneo.
10 – L’ultima speranza per il 2014 è che la Sardegna non sia più al centro delle pericolose rotte della droga, e si capisca nell’isola che il proibizionismo è un sistema sostanzialmente fallito, mettendo mano a leggi che possano liberalizzare parzialmente e almeno le sostanze più “leggere”. La Sardegna è uno dei luoghi migliori al mondo per la produzione di canapa e questo potrebbe portare a un forte rilancio della nostra economia, oltre che ad importanti sconfitte per quella criminalità, grande e piccola, che anche da noi finora ha gestito questi traffici.
(Fonte: http://www.itenovas.com/in-sardegna/612-sardegna-lavoro-2014-dieci-speranze.html)
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