DOVEVANO LIQUIDARE LE PROVINCE, INVECE ASSUMONO E DANNO INCARICHI…ECCO CHE FANNO I NUOVI COMMISSARI!
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I nuovi commissari delle Province: incarichi e assunzioni a gogò
Alcuni dei commissari delle Province, recentemente nominati da Cappellacci, non hanno fatto neppure in tempo ad accomodarsi, che hanno pensato bene di non perdere tempo e conferire, immediatamente, incarichi dirigenziali e fare delle assunzioni. A sollevare il caso, con un’interpellanza, è stato il capogruppo di “Sardegna è già domani”, Mario Diana. “I cinque commissari nominati dalla giunta regionale alla guida delle nuove quattro Province e di quella di Cagliari – ha detto Diana – si comportano come i presidenti che hanno sostituito, ed esercitano poteri che travalicano le loro competenze, limitate a funzioni liquidatorie e di gestione dell’ordinaria amministrazione”. Mario Diana cita, in particolare, una serie di atti di nomina, firmati fra il 10 e il 15 luglio scorso, dai commissari per il Medio Campidano e la Gallura. – Diana chiede la revoca dei provvedimenti assunti al di fuori dei poteri attribuiti e anche, eventualmente, quella dell’intero loro mandato, nel caso fosse accertato un comportamento che va oltre le competenze assegnate. Per esempio, il commissario del Medio Campidano, Pasquale Onida, ha conferito tre incarichi dirigenziali e assunto due dipendenti, già nell’organico dello staff del presidente della Provincia, “…inquadrati ora – ha segnalato Diana che, come ben si sa, con Onida ha un “contenzioso politico” aperto da anni – in un non meglio precisato staff del commissario straordinario”. Il suo omologo gallurese, Francesco Pirari, ha conferito otto incarichi dirigenziali “…e immesso nella pianta organica tre dipendenti, provenienti dalla direzione generale, dalla segreteria generale e dall’ufficio di gabinetto del presidente della Provincia”. Il commissario dell’Ogliastra, invece, ha confermato in blocco tutti i dirigenti incaricati dal presidente della Provincia decaduto. Diana ha chiesto, inoltre, al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e all’assessore agli Enti Locali, Nicola Rassu, di riferire in aula sugli atti adottati dai commissari e “…se non ritengano che sembrino configurare, da parte di questi, l’attribuzione a se stessi dei poteri propri dei presidenti delle Province, diversamente da quanto stabilito nei decreti di nomina e dai riferimenti normativi in essi richiamati”. Insomma, il lupo perde il pelo ma non il vizio e il tutto alla faccia del taglio deii costi della politica tanto strombazzato dal presidente Cappellacci.
Intanto, sempre sulle province, i duemila dipendenti non rischiano di perdere il posto di lavoro. Questo, perlomeno, è quanto hanno assicurato i capigruppo del consiglio regionale durante l’incontro con una delegazione dei lavoratori degli enti intermedi, che hanno manifestato nel pomeriggio, a Cagliari, davanti al palazzo sotto i portici di via Roma. Qualche settimana fa, i lavoratori hanno costituito il “Comitato dei dipendenti delle province sarde”, per difendere i propri diritti e denunciare di essere oggetto, ormai da mesi, di campagne denigratorie che li additano come i responsabili di sprechi di denaro pubblico. Accusa che respingono al mittente, dicendosi estremamente preoccupati per il proprio futuro lavorativo.