Avete presenza la vertenza entrate? Quella per cui lo Stato Italiano ha un debito di miliardi di euro nei confronti della Sardegna? Ancora non si trova una soluzione e tutte le richieste della Regione Sardegna vengono puntualmente rispedite al mittente. L’ultimo atto si è svolto proprio ieri quando la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Regione nell’Agosto 2012 contro la nota del ministero dell’Economia e Finanze con la quale nel giugno scorso veniva trasferita una parte delle somme spettanti all’Isola. Un altro buco nell’acqua insomma, con la Corte che bacchetta lo Stato ma non fa nulla per la Sardegna.
Queste le motivazioni dei giudici costituzionali: “la Nota non contiene alcun elemento da cui si possa evincere la volontà dello Stato di negare alla Regione le entrate dovute”. Come dire che lo Stato ammette di dovere le somme alla Regione anche se non ha nessuna intenzione di pagarle. “Indubbiamente – continua la Consulta – l’inerzia statale troppo a lungo ha fatto permanere uno stato di incertezza che determina conseguenze negative sulle finanze regionali, alle quali occorre tempestivamente porre rimedio, trasferendo, senza ulteriore indugio, le risorse determinate a norma dello Statuto. Pur prendendo atto, come afferma la ricorrente, che il ritardo accumulato sta determinando una emergenza finanziaria in Sardegna, non si può ritenere, tuttavia, che la Nota impugnata, con la quale si immette nella disponibilità della Regione una quota delle somme rivendicate, rappresenti un atto lesivo delle attribuzioni regionali”.
Una risposta che quasi sa di presa in giro e che dimostra, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, quanto conta la Regione Sardegna a livello italiano. Per questo non si capiscono proprio le parole che Ugo Cappellacci pronuncia quasi come avesse ottenuto una grande vittoria: “Nella sostanza la Corte Costituzionale conferma la nostra tesi: lo Stato era e continua ad essere un debitore moroso nei confronti della Sardegna e dei Sardi”. Peccato che sul fatto che lo Stato fosse debitore non c’erano più dubbi da tempo. Che poi quei soldi – che sarebbero una grande boccata d’ossigeno per l’Isola – arrivino davvero è tutto un altro discorso.