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EDITORIALE – SE LA REGIONE SE NE FREGA DEI TRASPORTI SIAMO MORTI

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In questo periodo basta fare un giro in rete, soprattutto nei principali social network, per rendersi conto che l’aria che si respira quando si parla di Sardegna non è proprio delle migliori. Per quale motivo? Semplice: tutti vogliono venire in Sardegna ma in pochi (purtroppo) potranno farlo. Venire in Sardegna – o tornarci per i tantissimi emigrati che stanno lontano dall’Isola – oramai è un lusso che in pochi possono permettersi. Avete provato a fare un preventivo per i biglietti dei traghetti per venire in Sardegna? I prezzi sono altissimi! Migliaia di euro per una famiglia di due persone con bambini. Una cosa folle per un Regione che vorrebbe vivere di turismo. Una cosa folle anche semplicemente per il fatto che siamo un’Isola, isolata da tutto e da tutti. 

I collegamenti sia aerei che marittimi da e per l’Isola da tempo ormai scarseggiano. Se a questo si aggiunge il fatto che i prezzi sono veramente diventati proibitivi, possiamo capire come a nostro avviso la politica regionale dei trasporti rappresenti il più grande fallimento della politica sarda di sempre. Il fallimento generale della politica (e dei politici) della Regione Sardegna in tutti i campi – cosa ormai assodata – nel campo dei trasporti ha raggiunto l’apice, mostrando tutta l’inutilità di questi politici sardi che hanno fatto dell’incompetenza quasi una “mission” della loro attività. Sarà che loro i viaggi non li pagano, quindi perché preoccuparsi di una cosa che non li riguarda? E per pietà evitiamo di parlare dei trasporti interni (linee ferroviarie e strade) perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

Nel settore dei trasporti aerei un po’ siamo salvati dalle compagnie low cost (Dio benedica la Ryanair), che almeno ci consentono di raggiungere alcune destinazioni – soprattutto europee – a prezzi ancora accessibili. Ma pensare che ormai costa molto meno un Cagliari-Londra o un Cagliari-Madrid rispetto a un Cagliari-Roma o a un Cagliari-Milano ci fa capire di come oramai siamo proprio fuori da ogni logica. La tanto sbandierata continuità territoriale non esiste e probabilmente non è mai esistita. Le tratte da e per la Sardegna sono sempre meno. I prezzi non agevolano per nulla i sardi. Chi potrebbe (e dovrebbe) fare qualcosa continua a fregarsene.

Per quanto riguarda i trasporti marittimi poi la situazione se vogliamo è anche messa peggio. Le principali compagnie marittime hanno fatto cartello per evitare la concorrenza e mantenere i prezzi altissimi. La Regione Sarda ha fatto finta di far la voce grossa, ma non ha spaventato nessuno. Così i colossi del mare continuano indisturbati a pubblicizzare promozioni fasulle e ad applicare tariffe altissime, isolando la Sardegna. La Flotta Sarda – orgoglio di un Cappellacci che dimostra di essere sempre più inutile – è stata un completo fallimento. Adesso si tenta con la Flotta Gallura, che sembra dare qualche speranza agli operatori del nord Sardegna: se dovesse funzionare (come ci auguriamo) urge ricordare che si tratta di un’iniziativa privata e che la Regione non c’entra assolutamente nulla. Nel frattempo gli operatori turistici, ma non solo, si lamentano perché il settore turismo sta morendo, nemmeno troppo lentamente. Quest’anno il trend al ribasso della ricettività turistica continuerà, con cifre sempre più disastrose. I turisti continuano a scegliere altre destinazioni per le loro vacanze, destinazioni dove si fa di tutto per attrarre il turista, destinazioni molto più economiche.

Arrivare in Sardegna dovrebbe essere facilissimo: i biglietti sia aerei che marittimi dovrebbero essere quasi gratuiti per i sardi e molto bassi per tutti gli altri; dovrebbero essere aumentate le tratte e i collegamenti; ci dovrebbero essere due flotte tutte sarde, una aerea e una marittima. Fino a quando non si faranno queste cose resteremo isolati, resteremo l’ultima ruota del carro. Per il momento gli operatori si lamentano nelle completa indifferenza delle istituzioni e dei politici, sia quelli sardi che quelli che stanno a Roma. Fingono di ascoltare ma non fanno assolutamente nulla per cambiare le cose.

E la Sardegna – che doveva farsi bella – continua a morire!

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