Sardegna. Inizia la guerra di Abbanoa a chi non paga l’acqua

Abbanoa dichiara guerra a chi non paga l’acqua

Da oggi a Oristano e Alghero il censimento dei contatori con 85 ispettori in campo. Il dg Sandro Murtas: «In Sardegna ci sono quattordicimila utenze fantasma». ORISTANO. Tra malaffare e virtuosismo comincia oggi la grande operazione “Acqua pulita” di Abbanoa. A Oristano e Alghero entra in campo una task force di 85 unità, metà per ciascuna città. È il censimento delle utenze. Il gestore unico controllerà dovunque arriva la rete idrica per accertare i prelievi e le immissioni in fognatura. Nel 2013 la verifica riguarderà cento centri abitati…

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LO STAFF

7 pensieri su “Sardegna. Inizia la guerra di Abbanoa a chi non paga l’acqua

  1. INDAGINE ACQUA SPORCA CAPPELLACI & AMICI
    CASO ABBANOA. AVREMO L’ACQUA QUESTA ESTATE? UN REBUS.
    ABBANOA
    Ritengo ignobile e contro la dignità di ogni essere umano l’azione di forza che da più di un mese Abbanoa SpA con prepotenza, arroganza di un potere aligarchico-amministrativo sta esercitando nei confronti del cittadino.
    Abbanoa SpA, amministrata e coesa da politici ancor oggi iscritti nel registro degli indagati Procura della Repubblica di Roma e di Foggia, dati rilasciati da conferenze stampa della Guardia di Finanza e non da persone comuni, continua ad esercitare il suo braccio di ferro (pres. reg. UGO CAPPELLACCI chiama in carica per 3 anni come presidente di Abbanoa SpA CARLO MARCONI).
    Il Comune e il Sindaco di Olbia G. Giovannelli invece di farci da garanti nel nostro diritto, soprattutto di coloro che hanno pagato ad es. il sottoscritto, è stato dal punto di vista pragmatico totalmente assente. Gianni Giovannelli nonostante sapesse benissimo che il Comune di Olbia fosse uno dei maggiori azionisti di Abbanoa non si è voluto scomodare più di tanto.
    Perché fino a quando non si toccano soggetti di grande dimensione tocca soltanto interessi non in grado di reagire: classi sociali deboli, silenti, abituate a subire e non sufficientemente organizzate per farsi sentire e incidere sugli equilibri.
    Imprese senza scrupoli e analisi di coscienza privi di ogni fondamento etico, morale e sociale non si fermano, distruggendo l’essere umano ai soli fini speculativi.
    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (diritti del cittadino) rappresenta il punto più alto della riflessione etico-professionale nel mondo politico, privato, sociale e sanitario dove alla base dei bisogni mette il bisogno di respirare, di mangiare, di BERE, di dormire, della sicurezza e di scaricarsi; PIRAMIDE DI MASLOW.
    Privare il cittadino dell’acqua? Un controsenso dal momento che la ASL di OLBIA ritiene potabile tale composto; confermato anche dal Sig. Sindaco G. Giovannelli* il quale questa volta ha accolto i cittadini rilasciando discorsi sterili e inutili.
    Sono pronto a combattere seriamente questi gravi problemi che stanno ossessionando molti per il semplice motivo che non colpiscano tutti*.
    *Con l’andare avanti degli anni gli enti-gestori-acqua sono andati in tumefazione. In Sardegna enti es. ESAF avevano venduto un larga fetta di torta ad Abbanoa SpA (il famoso spot anni ’90; privato è meglio teoria stile mafio-argentina) strategia usata per criptare sporchi affari avvenuti anteriormente nella politica economica della nostra Regione e Nazione ma anche da tanti altri paesi internazionali tutt’oggi falliti come l’Italia.
    E’ ora che queste spese vengano ammortizzate pure da coloro che sono i veri responsabili tramite la giustizia. Il fatto di chiedersi chi oggi sia il colpevole viene coperto dalla parola GIUSTIZIALISMO. Responsabili non sono solo poveri, gente abbandonata, l’ultimo proletario, il disoccupato, l’uomo macilento e vulnerabile del 21° secolo, ma in primis anche una larga fetta di potenti che hanno amministrato male la Regione Autonoma Sardegna per almeno 40 anni e continuano. Chi cerca di fare giustizia è tacciato, messo da parte a causa di questa parola ripetuta all’infinito “giustizialismo”, qualsiasi indagine a carico di una lobby-onnipotente rappresenta un intollerabile abuso. Giustizialismo un pregiudizio glottologico-intimidatorio usato per mettere a terra l’avversario. Ma non sempre vince. Non a casa mia.
    Parlano di prestiti di 14 milioni di Euro, poi parlano di 42 milioni di Euro ma l’Unione Europea di Bruxelles quest’anno non darà assolutamente nulla. Basta andare a vedere le nuove norme U.E.. Sfortunatamente la Sardegna a Bruxelles non gode di una buona reputazione. Non solo ma a Bruxelles non si è parlato di nessuno stanziamento di denaro per finanziare Abbanoa.
    MA A CHI APPARTENGONO LE AZIONI DI ABBANOA?
    Pima di tutto alla Regione Autonoma Sardegna
    1° il Comune di Cagliari
    2° il Comune di Sassari
    3° il Comune di Nuoro
    4° il Comune di Olbia e altri più piccoli Comuni.
    E naturalmente ad altri.
    I comuni hanno costruito una S.p.A. utilizzando la strategia OUTSOURCING situazioni in cui un’impresa instaura una relazione bilaterale con un’altra impresa per lo svolgimento di attività che richiedono asset specifici, e dunque infungibili. In questo caso la discriminante non è il possesso di requisiti del committente, ma la natura degli investimenti necessari allo svolgimento delle attività esternalizzate per nascondere affari sporchi Es. “debiti con le banche”. Tramite il sistema outsourcing chi unque può vendere le azioni della propria azienda ricomprandole in futuro nel caso in cui l’acquirente si trovi in difficoltà o sia stato incapace di auto-amministrarsi.
    Le menzogne dei politici sono tra le parentesi:
    (Sui 42 milioni del fondo di garanzia c’è già stato il parere favorevole di Bruxelles, la loro gestione è stata messa in capo alla Sfirs. A
    mettere i puntini sulle “i” ci pensa il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau che sottolinea senza pietà le criticità: «Il bilancio si è aggravato per la mancata capitalizzazione che ha aumentato in maniera esponenziale il debito con le banche». Sotto la lente anche i 249 milioni ancora non pagati ai fornitori: «A rischio ci sono migliaia di aziende sarde».)
    MA CIO’ NON E’ VERO I POLITICI SI RIFERISCONO SEMPRE SULLE DEROGHE LE QUALI VENIVANO RINNOVATE DI ANNO IN ANNO PRIMA DEL 2012. L’UNIONE EUROPEA DALL’INIZIO DEL 2012 DI QUESTO ANNO NON CONCEDE RICORSO AI REGIMI IN DEROGA. SENZA QUESTO TRUCCHETTO, PERO’, C’E’ IL RISCHIO CONCRETO CHE MILIONI DI FAMIGLIE POSSANO RIMANERE SENZ’ACQUA.

  2. IL CORPO CARABINIERI SI STA OCCUPANDO DEL CASO ABBANOA
    Non abbiate nessun timore a presentarvi presso le stazioni Corpo Carabinieri più vicine, con calma, esponete il vostro caso. In caso di mancata fornitura dell’ente idrico ABBANOA SpA fate la denucia che verrà messa nei fascicoli per la citazione in giudizio.

  3. Sono 342 i Comuni sardi azionisti di Abbanoa S.p.A.
    Amministratore unico: Carlo Marconi, 67 anni, umbro, che guadagnerà 160 mila Euro lordi l’anno per cercare di mettere ordine e rilanciare la società. I soci (Regione e Comuni) l’hanno eletto con il 95% dei voti.
    I sindaci che detengono la maggioranza delle azioni di Abbanoa S.p.A. sono quelli di: Cagliari, Sassari, Nuoro, Olbia, Quartu Sant’Elena, Alghero e Carbonia. Insieme stilarono un documento che la dottoressina Angela Nonnis* avrebbe dovuto leggere nel suo intervento, cosa non avvenuta durante la registrazione. Il documento chiedeva le dimissioni del C.d.A. (Consiglio di Amministrazione) e la restituzione del controllo dell’acqua ai Comuni.
    Il Piano industriale Abbanoa del 2007 prevedeva una capitalizzazione di 180 milioni di euro da versare a scaglioni, fino al 2012. Finora nelle casse della società dell’acqua sono stati versati solo 19 milioni dei 180 Euro previsti. Altri 14 milioni poi dicono 42 milioni di Euro sono in arrivo, non si sa da dove, dato che Bruxelles non concede più finanziamenti di questo genere dal 2012 . Mancano all’appello ancora 150 Euro. Nel 2010 Abbanoa ha chiuso con una perdita di esercizio di 12 milioni di euro; sommando il tutto nel 2012 si trova con un debito esponenziale di 369 milioni di Euro.
    Il numero dei soci di Abbanoa. 342 Comuni più la Regione. Maggiore azionista il Comune di Cagliari col 17, 93 % di quote. Segue la Regione con oltre il 14% e il Comune di Sassari con il 13 % e altri. E’ logico in fine riportare che coloro che possono avere il totale potere decisionale nei confronti dell’amministrazione sono i politici. Ciò che invece ancora non spiegano alla popolazione sarda è il perché abbiano voluto costruire loro stessi questa Società per Azioni la quale non ha portato altro che danni ai cittadini. Ma forse una risposta qualcuno può darcela.
    *Angela Nonnis Specializzata nella Medicina del Lavoro, Dipendente A.S.L. n. 5 di Oristano, è Responsabile Aziendale del Servizio A.D.I. (Assistenza Domiciliare Integrata) ed esercita la libera professione come medico competente di numerose Aziende e Amministrazioni Pubbliche. Naturalmente iscritta ad un partito politico.

  4. «In Italia per ogni 100 litri di acqua erogata si preleva una quantità di 165 litri, cioè il 65% in più». Una rete colabrodo che evidenzia le maggiori dispersioni nelle regioni del sud, Sardegna in primis,
    dove per erogare 100 litri di acqua ne servono quasi altri 100.
    Per quanto riguarda l’acqua potabile, «nel 2008 si registra una perdita pari al 47%». Questa la fotografia scattata dall’Istat e contenuta nel Censimento delle risorse idriche a uso civile per l’anno 2008, presentato ieri a Roma.
    OLBIA RUBINETTI DI SERVIZIO NON MONITORATI
    Le maggiori dispersioni di rete si osservano in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più. Mentre le dispersioni minori si registrano in Lombardia e nelle province autonome di Trento e Bolzano, con un eccesso di immissione in rete inferiore ai 30 litri per ogni 100 erogati.

    ABBANOA: la sua «privatizzazione? Un danno ai cittadini!»

    SASSARI:Il Comitato Acqua-pubblica attacca Abbanoa e la Regione.
    «Vogliono coprire le falle del servizio a danno dei cittadini» Le tariffe schizzerebbero alle stelle e non ci sarebbero interventi migliorativi nelle reti! Non fanno autocritica, non fanno pressing nei confronti della parte politica. Nonostante il buco da 12 milioni di euro, l’esposizione bancaria alle stelle e la pioggia di lamentele per i continui disservizi, sembra che «gli amministratori di Abbanoa vivano in una impermeabile torre d’avorio».
    Sardegna, Abbanoa-Consumatori: NESSUNA procedura di conciliazione difronte a delinquenti

    Secondo le Associazioni l’ente ha posto in essere un’informazione ingannevole quando sul proprio sito web ha comunicato ai consumatori la possibilità di avviare una procedura di conciliazione per risolvere eventuali controversie CAGLIARI – E’ finita (per il momento) con una segnalazione all’Antitrust la questione che in Sardegna vede coinvolte, da un lato, le associazioni dei consumatori (Altroconsumo, Codici, Assoutenti, Casa del Consumatore, Unione Nazionale Consumatori e Confconsumatori) e dall’altro l’ente idrico Abbanoa. Secondo le Associazioni l’ente ha posto in essere un’informazione ingannevole quando sul proprio sito web ha comunicato ai consumatori la possibilità di avviare una procedura di conciliazione per risolvere eventuali controversie. «Così non è» spiegano in una nota le Associazioni «di fatto i consumatori continuano a lamentarsi ai nostri sportelli e il protocollo di conciliazione con Abbanoa è lettera morta».
    Le Associazioni dei Consumatori hanno anche chiesto formalmente un’audizione al nuovo amministratore delegato Carlo Marconi. «Siamo stati sempre disponibili al dialogo costruttivo, ma quando dall’altra parte si trova solo menefreghismo ed arroganza, allora dobbiamo ricorrere alle vie giudiziarie attivando i nostri uffici legali per ogni fattura di Abbanoa ritenuta non corretta dagli utenti. In attesa auspichiamo e sollecitiamo anche delle risposte mai arrivate dalla politica e dalle istituzioni regionali» conclude la nota.

    ABBANOA Dai rifiuti all’acqua, arriva Marconi un passato di inchieste e risarcimenti
    Carlo Marconi, ingegnere di 67 anni, è il nuovo amministratore unico di Abbanoa. Resterà in carica per tre anni, con un compenso annuale di 160 mila euro lordi. L’accordo sul nome è arrivato dopo una riunione, durata più di un’ora, tra i sindaci dell’Anci, guidati da Cristiano Erriu e il presidente della Regione Ugo Cappellacci. Il governatore aveva raggiunto l’as – semblea dei soci ieri mattina dopo l’annuncio di un secco no alla nomina di Marconi arrivata dal presidente dell’associazione dei comuni: «I primi cittadini, anche se piccoli azionisti, si vedono piovere dall’alto questa scelta», aveva detto Erriu, «propongo di sospendere la decisione per consentire una valutazione più approfondita sui criteri e sul processo di selezione » .

    GUAI A FOGGIA PER CARLO MARCONI

    Carlo Marconi ha un lungo curriculum, arricchito da incarichi in più regioni d’Italia. È stato, tra il 2006 e il 2007, anche direttore generale dell’Amica, la municipalizzata di Foggia allora guidata da Gianni Ricci (Pd) fallita il mese scorso, naufragata in un mare di debiti: per la sua gestione l’ingegnere, nel febbraio del 2010, è stato destinatario assieme ad altri nove tra amministratori, presidenti e revisori dei conti, di un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta per evasione fiscale e malversazione. La Guardia di Finanza foggiana aveva puntato i fari su venti milioni di €uro della municipalizzata mai dichiarati al fisco. Gli indagati indagati: Giovanni Ricci, Carlo Marconi, Elio Aimola e Michele Simone riguarda in particolare il non corretto utilizzo di un contributo del Comune di Foggia, pari ad oltre 2,4 milioni di euro, derivante da un prestito obbligazionario in Boc, contratto dallo stesso ente pubblico. i Boc, Buoni Obbligazionari Comunali, sono i titoli emessi dall’ente locale per il finanziamento di un determinato investimento “certo e definito” sin dall’emissione del titolo. Il nome di Carlo Marconi compare anche in una commissione di gara che aveva aggiudicato un appalto per la realizzazione di un impianto di destabilizzazione di rifiuti sempre a Foggia: gara ritenuta illegittima dal Tar prima e dal Consiglio di Stato poi, che l’anno scorso ha condannato l’Amica a pagare 420 mila euro alla Cogeam, società ingiustamente classificata seconda. La vincitrice Agecos, designata tra gli altri da Marconi, non aveva i requisiti per essere ammessa alla gara: il titolare, Rocco Bonassisa, nel 2008 è stato poi arrestato per disastro ambientale legato ad un illecito traffico di rifiuti. Il professionista scelto per Abbanoa comunque conosce già la Sardegna: è legato alla Gesenu, società che gestisce la raccolta dei rifiuti di Sassari, città guidata dal Pd Gianfranco Ganau (assente alla votazione di ieri per Abbanoa e che ha delegato il collega di Nuoro, Alessandro Bianchi – Pd). Marconi ha lavorato anche per il Consorzio bonificazione umbra e l’Asìa di Napoli (sempre nel campo dello smaltimento dei rifiuti).
    IL PATTO SULL’ATO
    Dopo la sospensione e il chiarimento è arrivata l’intesa e l’assemblea di Abbanoa ha detto sì a Marconi con il 96 per cento dei presenti (astenuti gli altri). In cambio Cappellacci ha garantito che l’Anci «sarà coinvolto per la nomina del presidente dell’Ato » . Cioè l’Autorità d’ambito territoriale ancora commissariata, che programma, controlla e organizza il servizio idrico, e quindi anche Abbanoa, che è l’unico gestore dell’acqua. È questo il patto che ha messo tutti d’accordo, presidente dell’Anci compreso. Che, rientrato in assemblea dopo la lunga riunione, ha ufficializzato la ritrovata armonia: «Cappellacci ci ha rassicurato sul curriculum di Carlo Marconi e occorre far uscire Abbanoa dalla crisi ». «Il coinvolgimento sull’Ato – ha dichiarato Erriu – è un fatto importante che ribadisce la nostra volontà di dare un segnale condiviso alle banche e ai lavoratori». Lo stesso concetto viene espresso anche dal governatore: «Abbiamo avviato un processo per il risanamento, la riqualificazione e il rilancio di Abbonoa, con una gestione più razionale ed efficace », ribadisce Cappellacci, «Dopo il via libera dell’Unione Europea al fondo di garanzia era fondamentale che venissero evitate battute d’a r resto. Questo è il momento delle scelte responsabili: la Regione intende fare la sua parte fino in fondo con il coinvolgimento delle amministrazioni locali e dell’Anci anche nel passaggio molto complesso dell’Ato». L’assessore all’Industria, Alessandra Zedda, risponde invece alle accuse di poca trasparenza lanciate dal numero uno dell’assemblea dei Comuni: «Sul nome di Marconi», precisa, «c’è stata l’unanimità di tutta la giunta».
    Supponete che l’Enel tolga l’energia elettrica all’intero Sulcis-Iglesiente per una settimana giustificando il disservizio con il fatto che sia essenziale implementare, cessò, il fabbisogno energetico del Leclerc di Carbonia. Mettete che Abbanoa chiuda i rubinetti dell’acqua per 168 ore dicendo che sia necessario per adeguare la rete idrica alle mutate esigenze della popolazione di Santadi. Per fare un esempio tra 23 possibili. Immaginate poi che la rete del gas di un intero paese – naturalmente non sulcitano, per ovvi motivi – sia fuori uso per 7 giorni a causa dei capricci di un rais russo o libico che ha deciso che il giorno gli girava così. C’è materiale per una sollevazione popolare perché, passino pure le mattane degli “amici” di Berlusconi, ma noi siamo il settimo paese più industrializzato del mondo e per definizione siamo capaci di far fronte a simili emergenze. Abbiamo o non abbiamo inventato il mestiere del Bertolaso? Infine ipotizzate che l’ospedale Sirai di Carbonia, un presidio sanitario che serve i 130000 abitanti della provincia Carbonia-Iglesias, decida di chiudere per una settimana – ad esempio, dal 15 al 22 marzo – per il potenziamento di una cabina elettrica.

    «In Italia per ogni 100 litri di acqua erogata si preleva una quantità di 165 litri, cioè il 65% in più». Una rete colabrodo che evidenzia le maggiori dispersioni nelle regioni del sud, Sardegna in primis,
    dove per erogare 100 litri di acqua ne servono quasi altri 100.
    Per quanto riguarda l’acqua potabile, «nel 2008 si registra una perdita pari al 47%». Questa la fotografia scattata dall’Istat e contenuta nel Censimento delle risorse idriche a uso civile per l’anno 2008, presentato ieri a Roma.
    OLBIA RUBINETTI DI SERVIZIO NON MONITORATI
    Le maggiori dispersioni di rete si osservano in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più. Mentre le dispersioni minori si registrano in Lombardia e nelle province autonome di Trento e Bolzano, con un eccesso di immissione in rete inferiore ai 30 litri per ogni 100 erogati.

    ABBANOA: la sua «privatizzazione? Un danno ai cittadini!»

    SASSARI:Il Comitato Acqua-pubblica attacca Abbanoa e la Regione.
    «Vogliono coprire le falle del servizio a danno dei cittadini» Le tariffe schizzerebbero alle stelle e non ci sarebbero interventi migliorativi nelle reti! Non fanno autocritica, non fanno pressing nei confronti della parte politica. Nonostante il buco da 12 milioni di euro, l’esposizione bancaria alle stelle e la pioggia di lamentele per i continui disservizi, sembra che «gli amministratori di Abbanoa vivano in una impermeabile torre d’avorio».
    Sardegna, Abbanoa-Consumatori: NESSUNA procedura di conciliazione difronte a delinquenti

    Secondo le Associazioni l’ente ha posto in essere un’informazione ingannevole quando sul proprio sito web ha comunicato ai consumatori la possibilità di avviare una procedura di conciliazione per risolvere eventuali controversie CAGLIARI – E’ finita (per il momento) con una segnalazione all’Antitrust la questione che in Sardegna vede coinvolte, da un lato, le associazioni dei consumatori (Altroconsumo, Codici, Assoutenti, Casa del Consumatore, Unione Nazionale Consumatori e Confconsumatori) e dall’altro l’ente idrico Abbanoa. Secondo le Associazioni l’ente ha posto in essere un’informazione ingannevole quando sul proprio sito web ha comunicato ai consumatori la possibilità di avviare una procedura di conciliazione per risolvere eventuali controversie. «Così non è» spiegano in una nota le Associazioni «di fatto i consumatori continuano a lamentarsi ai nostri sportelli e il protocollo di conciliazione con Abbanoa è lettera morta».
    Le Associazioni dei Consumatori hanno anche chiesto formalmente un’audizione al nuovo amministratore delegato Carlo Marconi. «Siamo stati sempre disponibili al dialogo costruttivo, ma quando dall’altra parte si trova solo menefreghismo ed arroganza, allora dobbiamo ricorrere alle vie giudiziarie attivando i nostri uffici legali per ogni fattura di Abbanoa ritenuta non corretta dagli utenti. In attesa auspichiamo e sollecitiamo anche delle risposte mai arrivate dalla politica e dalle istituzioni regionali» conclude la nota.

    ABBANOA Dai rifiuti all’acqua, arriva Marconi un passato di inchieste e risarcimenti
    Carlo Marconi, ingegnere di 67 anni, è il nuovo amministratore unico di Abbanoa. Resterà in carica per tre anni, con un compenso annuale di 160 mila euro lordi. L’accordo sul nome è arrivato dopo una riunione, durata più di un’ora, tra i sindaci dell’Anci, guidati da Cristiano Erriu e il presidente della Regione Ugo Cappellacci. Il governatore aveva raggiunto l’as – semblea dei soci ieri mattina dopo l’annuncio di un secco no alla nomina di Marconi arrivata dal presidente dell’associazione dei comuni: «I primi cittadini, anche se piccoli azionisti, si vedono piovere dall’alto questa scelta», aveva detto Erriu, «propongo di sospendere la decisione per consentire una valutazione più approfondita sui criteri e sul processo di selezione » .

    GUAI A FOGGIA PER CARLO MARCONI

    Carlo Marconi ha un lungo curriculum, arricchito da incarichi in più regioni d’Italia. È stato, tra il 2006 e il 2007, anche direttore generale dell’Amica, la municipalizzata di Foggia allora guidata da Gianni Ricci (Pd) fallita il mese scorso, naufragata in un mare di debiti: per la sua gestione l’ingegnere, nel febbraio del 2010, è stato destinatario assieme ad altri nove tra amministratori, presidenti e revisori dei conti, di un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta per evasione fiscale e malversazione. La Guardia di Finanza foggiana aveva puntato i fari su venti milioni di €uro della municipalizzata mai dichiarati al fisco. Gli indagati indagati: Giovanni Ricci, Carlo Marconi, Elio Aimola e Michele Simone riguarda in particolare il non corretto utilizzo di un contributo del Comune di Foggia, pari ad oltre 2,4 milioni di euro, derivante da un prestito obbligazionario in Boc, contratto dallo stesso ente pubblico. i Boc, Buoni Obbligazionari Comunali, sono i titoli emessi dall’ente locale per il finanziamento di un determinato investimento “certo e definito” sin dall’emissione del titolo. Il nome di Carlo Marconi compare anche in una commissione di gara che aveva aggiudicato un appalto per la realizzazione di un impianto di destabilizzazione di rifiuti sempre a Foggia: gara ritenuta illegittima dal Tar prima e dal Consiglio di Stato poi, che l’anno scorso ha condannato l’Amica a pagare 420 mila euro alla Cogeam, società ingiustamente classificata seconda. La vincitrice Agecos, designata tra gli altri da Marconi, non aveva i requisiti per essere ammessa alla gara: il titolare, Rocco Bonassisa, nel 2008 è stato poi arrestato per disastro ambientale legato ad un illecito traffico di rifiuti. Il professionista scelto per Abbanoa comunque conosce già la Sardegna: è legato alla Gesenu, società che gestisce la raccolta dei rifiuti di Sassari, città guidata dal Pd Gianfranco Ganau (assente alla votazione di ieri per Abbanoa e che ha delegato il collega di Nuoro, Alessandro Bianchi – Pd). Marconi ha lavorato anche per il Consorzio bonificazione umbra e l’Asìa di Napoli (sempre nel campo dello smaltimento dei rifiuti).
    IL PATTO SULL’ATO
    Dopo la sospensione e il chiarimento è arrivata l’intesa e l’assemblea di Abbanoa ha detto sì a Marconi con il 96 per cento dei presenti (astenuti gli altri). In cambio Cappellacci ha garantito che l’Anci «sarà coinvolto per la nomina del presidente dell’Ato » . Cioè l’Autorità d’ambito territoriale ancora commissariata, che programma, controlla e organizza il servizio idrico, e quindi anche Abbanoa, che è l’unico gestore dell’acqua. È questo il patto che ha messo tutti d’accordo, presidente dell’Anci compreso. Che, rientrato in assemblea dopo la lunga riunione, ha ufficializzato la ritrovata armonia: «Cappellacci ci ha rassicurato sul curriculum di Carlo Marconi e occorre far uscire Abbanoa dalla crisi ». «Il coinvolgimento sull’Ato – ha dichiarato Erriu – è un fatto importante che ribadisce la nostra volontà di dare un segnale condiviso alle banche e ai lavoratori». Lo stesso concetto viene espresso anche dal governatore: «Abbiamo avviato un processo per il risanamento, la riqualificazione e il rilancio di Abbonoa, con una gestione più razionale ed efficace », ribadisce Cappellacci, «Dopo il via libera dell’Unione Europea al fondo di garanzia era fondamentale che venissero evitate battute d’a r resto. Questo è il momento delle scelte responsabili: la Regione intende fare la sua parte fino in fondo con il coinvolgimento delle amministrazioni locali e dell’Anci anche nel passaggio molto complesso dell’Ato». L’assessore all’Industria, Alessandra Zedda, risponde invece alle accuse di poca trasparenza lanciate dal numero uno dell’assemblea dei Comuni: «Sul nome di Marconi», precisa, «c’è stata l’unanimità di tutta la giunta».
    Supponete che l’Enel tolga l’energia elettrica all’intero Sulcis-Iglesiente per una settimana giustificando il disservizio con il fatto che sia essenziale implementare, cessò, il fabbisogno energetico del Leclerc di Carbonia. Mettete che Abbanoa chiuda i rubinetti dell’acqua per 168 ore dicendo che sia necessario per adeguare la rete idrica alle mutate esigenze della popolazione di Santadi. Per fare un esempio tra 23 possibili. Immaginate poi che la rete del gas di un intero paese – naturalmente non sulcitano, per ovvi motivi – sia fuori uso per 7 giorni a causa dei capricci di un rais russo o libico che ha deciso che il giorno gli girava così. C’è materiale per una sollevazione popolare perché, passino pure le mattane degli “amici” di Berlusconi, ma noi siamo il settimo paese più industrializzato del mondo e per definizione siamo capaci di far fronte a simili emergenze. Abbiamo o non abbiamo inventato il mestiere del Bertolaso? Infine ipotizzate che l’ospedale Sirai di Carbonia, un presidio sanitario che serve i 130000 abitanti della provincia Carbonia-Iglesias, decida di chiudere per una settimana – ad esempio, dal 15 al 22 marzo – per il potenziamento di una cabina elettrica.

    GUAI A FOGGIA PER CARLO MARCONI

    Carlo Marconi ha un lungo curriculum, arricchito da incarichi in più regioni d’Italia. È stato, tra il 2006 e il 2007, anche direttore generale dell’Amica, la municipalizzata di Foggia allora guidata da Gianni Ricci (Pd) fallita il mese scorso, naufragata in un mare di debiti: per la sua gestione l’ingegnere, nel febbraio del 2010, è stato destinatario assieme ad altri nove tra amministratori, presidenti e revisori dei conti, di un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta per evasione fiscale e malversazione. La Guardia di Finanza foggiana aveva puntato i fari su venti milioni di €uro della municipalizzata mai dichiarati al fisco. Gli indagati indagati: Giovanni Ricci, Carlo Marconi, Elio Aimola e Michele Simone riguarda in particolare il non corretto utilizzo di un contributo del Comune di Foggia, pari ad oltre 2,4 milioni di euro, derivante da un prestito obbligazionario in Boc, contratto dallo stesso ente pubblico. i Boc, Buoni Obbligazionari Comunali, sono i titoli emessi dall’ente locale per il finanziamento di un determinato investimento “certo e definito” sin dall’emissione del titolo. Il nome di Carlo Marconi compare anche in una commissione di gara che aveva aggiudicato un appalto per la realizzazione di un impianto di destabilizzazione di rifiuti sempre a Foggia: gara ritenuta illegittima dal Tar prima e dal Consiglio di Stato poi, che l’anno scorso ha condannato l’Amica a pagare 420 mila euro alla Cogeam, società ingiustamente classificata seconda. La vincitrice Agecos, designata tra gli altri da Marconi, non aveva i requisiti per essere ammessa alla gara: il titolare, Rocco Bonassisa, nel 2008 è stato poi arrestato per disastro ambientale legato ad un illecito traffico di rifiuti. Il professionista scelto per Abbanoa comunque conosce già la Sardegna: è legato alla Gesenu, società che gestisce la raccolta dei rifiuti di Sassari, città guidata dal Pd Gianfranco Ganau (assente alla votazione di ieri per Abbanoa e che ha delegato il collega di Nuoro, Alessandro Bianchi – Pd). Marconi ha lavorato anche per il Consorzio bonificazione umbra e l’Asìa di Napoli (sempre nel campo dello smaltimento dei rifiuti).
    IL PATTO SULL’ATO
    Dopo la sospensione e il chiarimento è arrivata l’intesa e l’assemblea di Abbanoa ha detto sì a Marconi con il 96 per cento dei presenti (astenuti gli altri). In cambio Cappellacci ha garantito che l’Anci «sarà coinvolto per la nomina del presidente dell’Ato » . Cioè l’Autorità d’ambito territoriale ancora commissariata, che programma, controlla e organizza il servizio idrico, e quindi anche Abbanoa, che è l’unico gestore dell’acqua. È questo il patto che ha messo tutti d’accordo, presidente dell’Anci compreso. Che, rientrato in assemblea dopo la lunga riunione, ha ufficializzato la ritrovata armonia: «Cappellacci ci ha rassicurato sul curriculum di Carlo Marconi e occorre far uscire Abbanoa dalla crisi ». «Il coinvolgimento sull’Ato – ha dichiarato Erriu – è un fatto importante che ribadisce la nostra volontà di dare un segnale condiviso alle banche e ai lavoratori». Lo stesso concetto viene espresso anche dal governatore: «Abbiamo avviato un processo per il risanamento, la riqualificazione e il rilancio di Abbonoa, con una gestione più razionale ed efficace », ribadisce Cappellacci, «Dopo il via libera dell’Unione Europea al fondo di garanzia era fondamentale che venissero evitate battute d’a r resto. Questo è il momento delle scelte responsabili: la Regione intende fare la sua parte fino in fondo con il coinvolgimento delle amministrazioni locali e dell’Anci anche nel passaggio molto complesso dell’Ato». L’assessore all’Industria, Alessandra Zedda, risponde invece alle accuse di poca trasparenza lanciate dal numero uno dell’assemblea dei Comuni: «Sul nome di Marconi», precisa, «c’è stata l’unanimità di tutta la giunta».
    Supponete che l’Enel tolga l’energia elettrica all’intero Sulcis-Iglesiente per una settimana giustificando il disservizio con il fatto che sia essenziale implementare, cessò, il fabbisogno energetico del Leclerc di Carbonia. Mettete che Abbanoa chiuda i rubinetti dell’acqua per 168 ore dicendo che sia necessario per adeguare la rete idrica alle mutate esigenze della popolazione di Santadi. Per fare un esempio tra 23 possibili. Immaginate poi che la rete del gas di un intero paese – naturalmente non sulcitano, per ovvi motivi – sia fuori uso per 7 giorni a causa dei capricci di un rais russo o libico che ha deciso che il giorno gli girava così. C’è materiale per una sollevazione popolare perché, passino pure le mattane degli “amici” di Berlusconi, ma noi siamo il settimo paese più industrializzato del mondo e per definizione siamo capaci di far fronte a simili emergenze. Abbiamo o non abbiamo inventato il mestiere del Bertolaso? Infine ipotizzate che l’ospedale Sirai di Carbonia, un presidio sanitario che serve i 130000 abitanti della provincia Carbonia-Iglesias, decida di chiudere per una settimana – ad esempio, dal 15 al 22 marzo – per il potenziamento di una cabina elettrica.

  5. Nel comune di Muravera e’ un disastro di perdite ! A Costa Rei ogni 70 metri ci sono perdite che sembrano tanti piccoli torrenti e in estate se non hai l Autoclave sei rovinato! Poveri sardi che pena! Perché non fanno un atto di umiltà e vanno in Trentino Alto Adige per vedere come si fa ? Turismo compreso naturalmente! Ma dimenticavo ! I sardi sanno sempre tutto e sono ……

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